ROMA Giorgia Meloni risponde al question time. Molti i temi affrontati durante la seduta a Montecitorio: dalle privatizzazioni al sud, dal patto di stabilità fino agli indennizzi alle vittime del nazismo.
“L’Italia ha sempre ribadito che il popolo palestinese ha diritto a uno Stato, è una soluzione giusta e necessaria, nell’interesse dei palestinesi e degli israeliani”. Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel ‘premier timè alla Camera. “Noi come Italia dobbiamo dialogare” e promuovere un’ulteriore tregua e una seria road map per uscire dal conflitto in Medio Oriente, ha sottolineato. Sul no del governo d’Israele al riconoscimento della soluzione due popoli due Stati in Medio Oriente “non condivido la posizione assunta ultimamente da Netanyahu, ma questo non puo’ essere richiesto unilateralmente: la condizione è il riconoscimento del diritto all’esistenza dello Stato ebraico”.
“Il governo vuole difendere l’interesse nazionale, instaurare un rapporto equilibrato con Stellantis per difendere la produzione e i livelli occupazionali in Italia”. Lo ha detto il premier Giorgia Meloni nel question time alla Camera, parlando del gruppo Fiat. “Vogliamo tornare a produrre in Italia almeno 1 milione di veicoli l’anno con chi vuole investire davvero sulla storica eccellenza italiana”. Il gruppo Fiat, ha continuato Meloni, ha spostato la sede fiscale “fuori dai confini nazionali” e ha realizzato una operazione “di presunta fusione tra Fca e Psa, che celava in realtà un’acquisizione francese dello storico gruppo italiano, tanto che oggi nel Cda di Stellantis siede un rappresentante del governo francese e non è un caso se le scelte indistriali del gruppo prendono in considerazione molto più le istanze francesi rispetto a quelle italiane. Il risultato – ha sottolienato il premier – è che in Francia si produce più che in Italia, dove siamo passati da oltre 1 milione di auto prodotte nel 2017 a meno di 700mila nel 2022”.
“Quello che abbiamo ereditato dai governi Conte in materia bilancio è un disastro, perché chi è stato capo del governo dovrebbe sapere che per uno Stato membro con un debito come il nostro, secondo i meccanismi del vecchio Patto, l’obiettivo non era un deficit del 3% ma un avanzo dello 0,25%, quindi con le nuove regole si passa da un avanzo richiesto dello 0,25% a un deficit possibile dell’1,5%, con una differenza tra vecchio e nuovo Patto che libera circa 35 miliardi di euro che potranno essere utilizzati per Sanità, redditi, pensioni o magari, con qualcun altro al governo, per un altro anno di Superbonus”
“Ricordo il difficile lavoro che questo governo ha portato avanti in particolare sulla politica di coesione, che è lo strumento principe per ridurre le disparità fra i territori, con risorse che vanno per l’80% al Sud e per il rimanente 20% al Centro-Nord. Le relazioni della Commissione Ue dicono che negli anni le disparità sono aumentate nonostante le risorse ingenti per combatterle, perché quelle risorse venivano stanziate ma molto spesso non venivo spese o venivano spese male. Lo dice la Ragioneria dello Stato, che sulla programmazione dei fondi di coesione nel ciclo 2014-2020, a fine 2022, fotografava una situazione intollerabile in forza della quale su 126,6 miliardi disponbili ne risultavano spesi 43. Vuol dire che decine di miliardi che si potevano mettere sul Mezzogiorno per combattere le disparità non si erano spesi. Allora noi abbiamo messo mano a questo problema, abbiamo verificato opera per opera lo stato di attuazione della programmazione 2014-2020, abbiamo definito le priorità e abbiamo approvato il decreto Sud per concentrare le risorse su progetti strategici che vengono condivisi con le Regioni”. Insomma, “da oggi risorse sono tutte a terra e con lo stesso decreto Sud abbiamo attivato anche la zona economica speciale unica per il Mezzogiorno, misura che nessun governo era riuscito a ottenere”. “Chi domani investe nel Sud sarà incentivato e questo è l’approccio giusto, perché punta sulla responsabilità e sul merito e sulla possibilità per il Sud di avere uno strumento con il quale dimostrare finalmente il suo valore”, ha concluso Meloni.
“Il tetto alla spesa per il personale sanitario è stato introdotto nel 2009, ci stiamo lavorando. Quello dei medici gettonisti è un problema di cui ci occupiamo dall’inizio di questo governo, è un fenomeno odioso, puntiamo ad azzerare” il problema della carenza dei lavoratori del comparto. Lo ha detto rispondendo a una interrogazione della segretaria del Pd, Elly Schlein, alla Camera. “Ci stiamo occupando anche di questa eredità pesante, il superamento di spesa è un obiettivo che abbiamo”, ha osservato e “Assicurare il diritto alla salute è una priorità assoluta”.
Dal piano di razionalizzazione delle partecipazioni dello Stato “sono attesi proventi pari almeno all’1% del Pil, 20 miliardi in tre anni”. Lo ha detto la presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, rispondendo in Aula alla Camera dei deputati a un’interrogazione sulle politiche del governo sul tema delle privatizzazioni di società a partecipazione pubblica.
Gli indennizzi a favore delle vittime delle stragi naziste sono “doverosi”: lo ha sottolineato il premier Giorgia Meloni nel question time alla Camera. Evocando “alcune ricostruzioni giornalistiche imprecise o strumentali” sul tema, Meloni ha aggiunto: “Penso che lo abbia dimostrato l’aumento nel 2023 del fondo che era stato istituito a questo scopo ne4l 2022”. Insomma, “dal governo non c’è alcun intento dilatorio o ostruzionistico perchè non avrebbe senso stanziare risorse e poi impedire che quelle risorse non vengano spese”. Detto questo, l’avvocatura dello Stato “deve fare il suo lavoro e vedere se esistono i presupposti per avere questo risarcimento. Serve rispettare la legge”. (Agi)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x