CATANZARO Il sostituto procuratore generale di Catanzaro ha chiesto la conferma delle condanne emesse al termine del processo di primo grado nato dall’inchiesta “Drug Family”, coordinata dalla Dda contro le famiglie rom del quartiere Aranceto di Catanzaro le quali, secondo l’accusa, detenevano il monopolio dello spaccio di sostanze stupefacenti. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, detenzione di stupefacente ai fini di spaccio, estorsione. Rispetto alla sentenza dell’ottobre del 2022 è stata stralciata la posizione di Enzo Passalacqua mentre due imputati, Luca Catania e Domenico Passalacqua, hanno chiesto il concordato.
Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, detenzione di stupefacente ai fini di spaccio, estorsione.
Un quartiere che veniva difeso a forza di sassaiole e telecamere contro l’arrivo delle pattuglie delle forze dell’ordine. Secondo le indagini eseguite dalla Compagnia dei Carabinieri di Catanzaro e la Squadra Mobile della Questura di Catanzaro, coordinate dalla Dda di Catanzaro, nel quartiere aranceto c’era una vera e propria organizzazione criminale su base familiare, dominante nell’area sud della città di Catanzaro. La stessa zona – questa volta nel quartiere Pistoia – nella quale sabato scorso tre persone sono rimaste ferite nel corso di una sparatoria durante la quale sono stati esplosi 12 colpi d’arma da fuoco. La ragione di tanto “movimento” sembra risiedere proprio nella contesa delle piazze di spaccio della città.
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