REGGIO CALABRIA «Cosa trattiene il presidente della Giunta regionale, nonché Commissario ad acta della Sanità in Calabria, Roberto Occhiuto, a far piena luce sul caso dei cosiddetti “medici imboscati”? Non credo si tratti dell’orizzonte politico, visto che il suo omonimo, Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, sta impostando una caccia ai furbetti che anche in quella regione vanno ad alterare il corretto funzionamento dei presidi sanitari». Lo scrive il consigliere regionale del M5S Davide Tavernise. «E non penso – continua – neanche si possa trattare della paura di un confronto schietto e diretto con i sindacati, che potrebbero insorgere nel momento in cui si dovesse arrivare a prendere dei provvedimenti, magari attraverso ricorsi a pioggia. Di certo c’è che la Regione Lazio fa un ragionamento partendo da un dato certo: il 18% dei medici (ossia 1730 su 9805) gode dei benefici del “minor aggravio”».
«In Calabria – dice Tavernise – non siamo in possesso neanche di questo dato. Disponiamo solo di un dato parziale, 570 tra medici e infermieri sottratti in tutto o in parte alle corsie ospedalieri e destinati a ruoli amministrativi, e non grazie all’azione del Commissario ad acta o dei vari dirigenti sanitari, ma grazie all’azione del sottoscritto, che attraverso richieste formali e interlocuzioni durate mesi che ancora oggi vanno avanti, è riuscito a venire in possesso di una parte dei documenti che iniziano a dare un quadro del fenomeno. Per quello che si apprende, Rocca vorrebbe intervenire nei controlli andando a modificare l’ente certificatore. Al momento a visitare chi sostiene di essere inidoneo ad alcune mansioni è una commissione interna all’Azienda sanitario o ospedaliera di competenza, esattamente come avviene in Calabria. Il presidente del Lazio vorrebbe far giudicare il personale di un’azienda dalla specifica commissione di un’altra azienda. Azione che può portare ad un cambiamento incisivo. Ma si potrebbe anche affidare la valutazione delle inidoneità all’Inps o comunque ad un soggetto terzo e non al “medico competente” che è interno alla struttura. Anche in questo caso ho fornito al Presidente Occhiuto la soluzione su un piatto d’argento: la mia proposta di legge però non è mai stata calendarizzata. Resta – conclude – quindi una domanda fondamentale: perché Occhiuto e la sua maggioranza di governo non vogliono fare luce sulla questione?»
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