COSENZA Caso risolto. Arrivano importanti rassicurazioni in merito ad alcuni casi di scabbia verificatisi all’interno della casa circondariale di Cosenza tra la popolazione detenuta. Il Corriere della Calabria, aveva ricevuto una lettera firmata di denuncia e sollevato il caso. Il problema è legato alla somministrazione dei farmaci necessari per la cura non dispensati dal Servizio sanitario nazionale, perché di fascia C, e con i detenuti ammalati privi di fondi e impossibilitati all’acquisto. Appresa la notizia, la Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli, ha contattato la redazione per comunicare la presa in carico del caso, anticipando una immediata interlocuzione con l’Asp di Cosenza e con la direzione dell’istituto penitenziario “Sergio Cosmai”.
Questa mattina, la Garante ha comunicato di aver trovato una soluzione al problema grazie all’interlocuzione proficua con le parti interessate.
«Appena appresa la notizia, ho subito contattato il Direttore Generale dell’Asp di Cosenza, Antonio Graziano e il Direttore del Distretto di Cosenza, Sisto Milito.
Il dottore Milito nell’immediatezza si è rapportato con il direttore medico della Casa circondariale, il quale ha comunicato che trattasi di focolaio circoscritto (si tratterebbe infatti di 4/5 casi che sono stati tutti isolati)», fa sapere Stanganelli.
A seguito di ulteriori interlocuzioni con «il Coordinatore dei Direttori dei Distretti dell’Asp di Cosenza, Angela Riccetti, ci si è ulteriormente attivati per la risoluzione della problematica; l’Azienda è già a lavoro per coprire i costi per questi farmaci, procedendo all’acquisto degli stessi attraverso la farmacia territoriale di riferimento, supportando i detenuti nella prosecuzione della terapia», fa sapere la Garante. Che poi aggiunge: «Ringrazio l’Azienda per avere preso subito in carico il problema e il Corriere della Calabria per averne acceso i riflettori. È importante lavorare in rete: istituzioni, mondo dell’associazionismo, autorità sanitarie e organi di informazione. Solo così potremo superare le tante criticità che attanagliano il nostro servizio sanitario e garantire a tutti i cittadini calabresi, specialmente a coloro i quali vivono nelle periferie esistenziali della nostra società, quell’equità di accesso alle cure che deve essere una nostra priorità».
(redazione@corrierecal.it)
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