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l’anno giudiziario a reggio

Dominijanni: «Politica distante, la gente pensa che la ‘ndrangheta risolva i problemi e non lo Stato»

Il procuratore generale della Corte d’appello di Reggio Calabria: «Non riusciamo a demolire gli immobili abusivi. E’ una vergogna»

Pubblicato il: 27/01/2024 – 13:06
di Maria Teresa Ripolo
Dominijanni: «Politica distante, la gente pensa che la ‘ndrangheta risolva i problemi e non lo Stato»

REGGIO CALABRIA «Il contrasto al malaffare e alle cosche non ha fatto nessun passo indietro». Così il procuratore generale presso la Corte d’appello di Reggio Calabria Gerardo Dominijanni, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Reggio Calabria, parlando del lavoro svolto dal distretto reggino. «È da due anni – ha spiegato Dominijanni nel corso del suo intervento – che evidenzio la situazione delle imprese sottoposte ad amministrazione giudiziaria perché infiltrate dalla ‘ndrangheta, che vengono sistematicamente accompagnate a sicura rovina, invece di essere risanate e rimesse sul mercato preservando la loro forza lavoro. Avevo proposto la creazione di un gruppo di studio affinché si analizzassero le cause del mancato risanamento (ad esempio se sono strutturali o determinate proprio dalla nostra gestione dell’impresa, o da una legislazione carente) e se, nell’ipotesi di fallimento o liquidazione, si potesse concretamente trovare una diversa collocazione ai lavoratori che non siano i soliti ammortizzatori sociali. Mentre avevo trovato la disponibilità della regione Calabria nella persona del presidente Occhiuto e della vicepresidente Princi, che ringrazio anche per essere stata il perno della convenzione già citata, più che sorda è stata invece la politica nazionale».
«Dopo un primo approccio con la presidente della Commissione Antimafia, – ha detto ancora Dominijanni – è calato inspiegabilmente il silenzio. Un ulteriore segno che l’unica strategia che si attua è quella di chiamarsi fuori da iniziative di contrasto che non siano circoscritte alla sola attività repressiva. Ne prendo atto, – ha aggiunto il procuratore generale – così come occorrerà prendere atto che la politica, in questo senso, è distante da Reggio Calabria, da Platì, da San Luca, da Rosarno, da Oppido e via dicendo, non comprendendo, la politica, che qui la gente pensa che la ‘ndrangheta crea posti di lavoro e lo Stato li distrugge. Non ci si rende conto quanto dirompente sia questo messaggio e quale importanza, nello sradicare la cultura ndranghetistica, avrebbe avuto nel confutarlo».
Ed infine, «mi chiedo se sia normale che non riusciamo a demolire gli immobili abusivi con le imprese di settore sequestrate e sottoposte ad amministrazione giudiziale, nonché con quelle gestite dall’Agenzia dei beni confiscati. La considero, questa, una vergogna. Come facciamo a pretendere dagli altri determinati comportamenti quando poi noi non siamo in grado di dare l’esempio?», ha concluso Dominijanni.

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