COSENZA Il gup del Tribunale di Cosenza, ha assolto dall’accusa di omicidio e condannato a 5 anni per cessione di droga, Maurizio Abate, ex poliziotto – difeso dagli avvocati Marco Facciolla e Francesco Muscatello – accusato di aver ucciso Lisa Gabriele: ritrovata senza vita il 9 gennaio 2005, nei pressi di un casolare abbandonato in una zona boschiva di località “Manca di Gallina” del comune di Montalto Uffugo. Gli avvocati, in rappresentanza della famiglia di Lisa Gabriele, sono Gianluca Bilotta e Nunzia Paese.
Erano le 15.30 del 9 gennaio 2005 quando nei pressi di un casolare abbandonato in una zona boschiva di località “Manca di Gallina” del comune di Montalto Uffugo (in provincia di Cosenza) i carabinieri ritrovarono il corpo senza vita di Lisa Gabriele. La giovane indossava un maglione, jeans chiari e scarponi di colore beige, e «giaceva in posizione prona accanto al tronco di un albero». Vicino, i militari, trovarono anche una bottiglia di whisky “J&B” semivuota e una Fiat Cinquecento bianca al cui interno furono rinvenute: un cellulare, due confezioni del farmaco “Sonata” e un foglietto con su scritto «x la famiglia, x una persona speciale, scusami pure se non esiste» e poi il disegno di un fiore con tre petali cadenti ed una cancellatura.
Ad eseguire l’ispezione cadaverica sul corpo della giovane (il 9 gennaio) fu il dottore Ottorino Zuccarelli, secondo il quale «l’epoca della morte risaliva a non prima di 24 ore dall’ora del rinvenimento». I consulenti tecnici del pm, effettuarono l’autopsia il giorno seguente e fissarono il decesso «tra le 48 e le 72 ore precedenti rispetto all’ispezione». L’ipotesi suicidaria venne immediatamente esclusa, ma gli elementi raccolti non raggiunsero la soglia indiziaria necessaria ad incolpare del delitto Maurizio Mirko Abate.
Nel 2018, il cold case di Lisa Gabriele viene inaspettatamente riaperto. La Procura di Cosenza riceve un esposto anonimo dove si ripercorreva la vicenda della morte della giovane. Il mittente si presentò come «poliziotto onesto della Stradale» che per senso di rimorso e impotenza decise di indicare come responsabile dell’omicidio «Mirko Maurizio Abate, per lungo tempo in servizio alla Stradale di Cosenza nord».
Nel corso del processo celebrato con rito abbreviato dinanzi al Tribunale di Cosenza, due super periti: Paolo Reale e Salvatore Filograno, nominati dal giudice e incaricati del recupero del contenuto del telefonino Nokia 7310 in uso a Lisa Gabriele, hanno tentato, più volte, di avere accesso alle informazioni contenuti nel dispositivo, ma senza successo. I due periti chiamati a compiere un ultimo ed estremo tentativo per accedere alla memoria interna del telefono cellulare non sono riusciti a “sbloccare” il cellulare.
Si trattava di una perizia fortemente sollecitata dalle difese di parte civile, rappresentate dagli avvocati Gianluca Bilotta e Nunzia Paese oltre che dal pm Antonio Bruno Tridico.
(f.benincasa@corrierecal.it)
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