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l’inchiesta

Calabria Verde, cinque anni di stipendi senza mai lavorare. La truffa dell’operaio forestale

L’uomo, secondo l’indagine, viveva stabilmente a Roma e tornava in Calabria solo per le feste, ma mai sui cantieri di Africo

Pubblicato il: 30/01/2024 – 13:04
di Giorgio Curcio
Calabria Verde, cinque anni di stipendi senza mai lavorare. La truffa dell’operaio forestale

CATANZARO Risultava dipendente dell’azienda “Calabria Verde”, con la qualifica di operaio forestale, ma in realtà dimorava stabilmente nella provincia di Roma, non eseguendo alcuna prestazione di lavoro a favore dell’azienda in house della Regione, realizzando, anche grazie al contributo degli altri indagati, una serie di truffe aggravate. È questa l’accusa della Procura della Repubblica di Catanzaro ipotizzata nei confronti di Natale Bruzzaniti, classe ’66 di Africo.

L’indagine

L’operaio forestale – scrive il gip nell’ordinanza – dal 2017 al 2022 risultava impiegato formalmente nei cantieri di lavoro nel Comune di Africo, nel Reggino ma analizzando i dati di positioning relativi alle utenze telefoniche usate da Bruzzaniti – estrapolati per verificare se quest’ultimo si fosse effettivamente recato nei luoghi di impiego – hanno evidenziato che l’uomo, per la maggior parte del tempo monitorato, dimorava stabilmente a Roma e si recava in Calabria solo per brevi periodi, per lo più in occasione delle festività. Ma, anche quando stava in Calabria, comunque non sarebbe mai andato a lavoro. Bruzzaniti, inoltre, dopo essere stato sottoposto agli arresti domiciliari, era poi stato autorizzato dall’autorità giudiziaria allo svolgimento di attività lavorativa, ma, anche in quel caso, la sua «utenza non ha mai agganciato le celle telefoniche che servivano le zone in cui si trovavano i cantieri di lavoro a cui egli risultava assegnato».

La complicità dei dipendenti

Dal confronto tra i tabulati telefonici e gli orari lavorativi rendicontati nei fogli di presenza, scrive ancora il gip nell’ordinanza, è emerso che Bruzzaniti, nonostante fosse assente dal luogo dei cantieri, attestava falsamente la propria presenza nel libretto delle presenze e nel listino paga, ottenendo così una retribuzione totale pari a 93.148,07, importo netto relativo al periodo gennaio 2017- giugno 2022. Condotte che, evidenzia ancora il gip, venivano perpetrate con la complicità di altri tre indagati: G. C., capo squadra, il quale compilava e sottoscriveva i rapporti giornalieri di cantiere. E poi P. R., capo operaio, colui che compilava e sottoscriveva il listino paga mensile e controfirmava il rapporto giornaliero di cantiere e A. R., capo operaio da gennaio a giugno 2022.

Il sequestro

Per questi motivi la somma di 93.148,07 euro è «da ritenersi indebitamente percepita da Bruzzaniti» scrive il gip, in quanto corrisposta a titolo di retribuzione per prestazioni lavorative in realtà mai svolte e considerato «profitto diretto del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato». (g.curcio@corrierecal.it)

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