ROMA Le startup innovative a conduzione femminile o a partecipazione femminile prevalente sono il 12,7% del totale della popolazione. Nello specifico le startup innovative guidate in maniera esclusiva da donne sono il 3,9%, quelle con una partecipazione forte il 6,6% e le realtà con una presenza maggioritaria il 2,2%. Le realtà innovative femminili si trovano prevalentemente nella parte nord-occidentale della Penisola (30,2%, di cui il 24,6% in Lombardia). La Campania (12,6%) è la seconda regione del ranking, nonché la prima del Sud Italia (25,2%). Completano la classifica il Lazio (12,5%), la Sicilia (6,8%), l’Emilia-Romagna (6,8%), il Veneto (5,6%), la Toscana (4,7%), la Puglia (4,4%), il Piemonte (4,2%), l’Abruzzo (3%), le Marche (2,7%), la Calabria (2,4%), la Sardegna (1,6%), la Basilicata (1,5%), l’Umbria (1,5%), la Liguria (1,4%), il Molise (1,3%), il Trentino-Alto Adige (1,1%), il Friuli-Venezia Giulia (1,1%) e la Valle d’Aosta (0,2%).
Le realtà innovative femminili negli ultimi tre anni hanno visto crescere il numero delle persone occupate: a dicembre 2022 si contavano quasi 1400 addette (+40,3% rispetto al 2021 e addirittura +136% rispetto al 2020). Nello specifico circa quattro aziende su cinque impiegano meno di due lavoratrici, mentre il numero medio delle persone occupate si aggira intorno alle 1,5 unità. Anche il fatturato delle realtà innovative femminili è in forte aumento: 116 milioni di euro a fine 2021 (+80,3% rispetto al 2020). Le imprese di cui si conosce il fatturato, l’84,9% del totale, si attestano in prevalenza nelle fasce medio-basse: il 38,4% nella fascia inferiore ai 10.000 euro, il 17,1% nella fascia 10.000 – 49.999, l’8,3% nella fascia 50.000 – 99.999 e il 16,3% nella fascia 100.000 – 499.999. Sono poche, invece, le realtà innovative al femminile che dichiarano un fatturato tra 1.000.000 – 4.999.999 euro (2,2%) o superiore ai 5.000.000 euro (0,1%).
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