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Infocontact, truffa nelle assunzioni: in appello assolti due dirigenti della Regione

Riformata la sentenza della Corte dei Conti. In due, più la società, dovranno risarcire oltre 200mila euro

Pubblicato il: 31/01/2024 – 10:35
di Giorgio Curcio
Infocontact, truffa nelle assunzioni: in appello assolti due dirigenti della Regione

ROMA La Corte dei conti (Sezione Prima Centrale d’Appello), presieduta da Massimo Lasalvia, ha accolto integralmente gli appelli proposti da Cosimo Cuomo e Michelina Ricca, assolti «per mancanza di dolo e colpa grave» e parzialmente quelli proposti dalla società “Infocontact S.R.L.” – in amministrazione controllata – Giuseppe Pane (cl. ’76) e Paolo Braganò (cl. ’79). Questi ultimi sono stati così condannati, in via solidale, a risarcire in favore della Regione Calabria la somma di 208.724,87 euro.

La sentenza

Tutti avevano presentato appello alla sentenza depositata dalla Sezione Giurisdizionale per la Regione Calabria l’11 febbraio 2022. In quel caso, infatti, Pane, Braganò, Cuomo e Ricca erano stati condannati al pagamento di 208.724,87 euro, maggiorati di rivalutazione de interessi, in favore della Regione Calabria nonché, sempre in via solidale, la Infocontact s.r.l. insieme a Pane e Braganò al pagamento di 2.240.388,13 euro sempre a favore della Regione, riconoscendo la responsabilità sussidiaria di Cuomo nella misura di euro 400mila euro.

L’indagine

Tutto ha avuto origine da una informativa del 2018 firmata dalla Guardia di Finanza di Lamezia Terme secondo la quale la società di call center, Infocontact s.r.l, in carenza dei relativi presupposti legittimanti, di agevolazioni riguardanti l’assunzione di lavoratori svantaggiati, molto svantaggiati e diversamente abili, finanziate con risorse a valere sul P.O.R. (Programma operativo regionale) Calabria 2007-2013 – ASSE II Occupabilità – obiettivo specifico E – obiettivo operativo E1 – avente ad oggetto “Rafforzare l’inserimento/reinserimento lavorativo dei lavoratori adulti, disoccupati di lunga durata e dei bacini del precariato occupazionale attraverso percorsi integrati e incentivi”.

Le accuse della Procura

Sulla base degli elementi emersi a seguito delle indagini della Guardia di Finanza, la Procura contabile ha evidenziato, in sintesi, che la società aveva indicato alcuni lavoratori come “svantaggiati” o “molto svantaggiati” pur non avendone i requisiti, in quanto occupati, sino a poco prima della data di assunzione, in altre ditte e, in molti casi, presso la stessa Infocontact s.r.l.. La Procura ha rilevato, inoltre, che mentre per i trenta lavoratori neo-assunti, già indicati per la prima annualità, la mancanza dei requisiti di svantaggio era rilevabile dalla lettura dei modelli C/2 allegati alla richiesta di erogazione degli incentivi, per gli altri dipendenti, tale mancanza sarebbe stata accertata successivamente, mediante l’analisi della dichiarazione dei sostituti di imposta (Mod. 770), del Libro unico del Lavoro e del modello C2/storico, nonché mediante la consultazione dell’applicativo “Serpico”, della banca dati Anagrafe Tributaria”. Sulla scorta di quanto accertato, la Procura regionale ipotizzava la responsabilità della società “Infocontact srl” e, quindi, del suo rappresentante legale pro-tempore (Giuseppe Pane), per aver rilasciato false attestazioni, ai funzionari della Regione Calabria, sulle assunzioni, al fine di ottenere l’erogazione dei benefici economici, nonché la responsabilità di Paolo Braganò per avere effettuato una serie di omissioni dirette a celare i reali rapporti di impiego dei lavoratori in questione.

La decisione della Corte dei Conti arriva dopo i ricorsi presentati dagli avvocati Alfredo Gualtieri, Fabio Elefante, Alba Torrese, Antonello Sdanganelli e Carmelo Salerno e un lungo iter che ha portato alla riforma parziale, in appello, della sentenza. (g.curcio@corrierecal.it)

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