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l’inchiesta

‘Ndrangheta ed estorsioni a Catanzaro Lido: il coraggio dell’imprenditore finito nel mirino del clan

Dopo le prime richieste “anomale” si reca in Questura a Crotone. Gli agenti della Squadra mobile, monitoreranno l’incontro con gli aguzzini

Pubblicato il: 31/01/2024 – 17:01
di Giorgio Curcio
‘Ndrangheta ed estorsioni a Catanzaro Lido: il coraggio dell’imprenditore finito nel mirino del clan

CATANZARO Tutto ha avuto inizio l’11 agosto 2023 quando in Questura, a Crotone, si presenta un imprenditore, pronto a denunciare un grave episodio. L’uomo ai poliziotti racconta di aver ricevuto alcune “richieste anomale” da parte di un suo conoscente e di temere per la propria sicurezza. Insomma, un caso emblematico vissuto da tanti imprenditori in Calabria ma che, troppo spesso, restano chiusi negli uffici per paura di denunciare e subire eventuali ritorsioni. Il racconto dell’imprenditore, titolare di un’azienda con sede a Crotone, aggiudicataria della concessione demaniale marittima dell’area del porto di Catanzaro Lido, servirà agli inquirenti ad avviare le indagini e a chiudere il cerchio nei confronti di tre persone: Antonio Carvelli, 76 anni di Isola Capo Rizzuto, Luigi Foschini, 73 anni di Crotone, posti ai domiciliari, e Luigi Mendicino, 48 anni di Crotone condotto in carcere su ordine del gip di Catanzaro, Luca Bonifacio, su richiesta della Dda del capoluogo.

La denuncia in Questura

Nel primo incontro in Questura, l’imprenditore racconta che un mese prima – è il 10 luglio – Antonio Carvelli si era recato presso il suo ufficio, sede dell’impresa, e gli aveva raccontato di «aver assistito casualmente a una discussione intercorsa tra Luigi Foschini detto “Gino” e un altro soggetto della famiglia Barilari non meglio identificata». In questa discussione, Foschini avrebbe chiesto a questo soggetto «di chiedere al figlio dell’imprenditore un posto di lavoro nell’azienda di famiglia». Così come raccontato dalla vittima, «Carvelli si sarebbe intromesso, rappresentando ai propri interlocutori di conoscere direttamente lo stesso imprenditore» proponendosi dunque da “tramite” per favorire l’incontro finalizzato alla richiesta di assunzione. L’imprenditore crotonese ha poi spiegato di aver detto a Carvelli che, al momento, «non era nelle condizioni di assumere del personale, tanto più se privo di specializzazioni professionali». L’uomo però insisteva, chiedendogli comunque di incontrare di persona i “mandanti” della richiesta. Alla prima visita ne seguirà poi un’altra, nel corso della quale ancora Carvelli aveva sollecitato l’incontro con la persona “autrice della richiesta”, ma prima di Ferragosto, fissando un appuntamento per il 12 agosto.

L’incontro monitorato

Non sa però che quell’incontro sarà monitorato dagli agenti della Questura di Crotone che riescono a documentare prima l’incontro tra la vittima e Carvelli, poi quello con Luigi Foschini detto “Gino” e Luigi Mendicino. La vittima quello stesso giorno racconta agli agenti i dettagli: Mendicino, alla presenza di Foschini, aveva avanzato una richiesta di denaro facendosi, a suo dire, portavoce dei “Catanzaresi”, i quali pretendevano una cosiddetta “torta”, in ragione del fatto che la sua ditta «si era da poco aggiudicata la gara per la concessione dei pontili nel porto turistico di Catanzaro». Inoltre, la vittima ha spiegato che Mendicino gli avrebbe riferito che i “Catanzaresi” «erano pronti a formulare la stessa richiesta direttamente al figlio e che, proprio per scongiurare questa eventualità, aveva chiesto ad Antonio Carvelli di contattarlo per incontrarlo».  

Nuove minacce e nuova denucia

Passa un altro mese, è l’11 settembre del 2023, e davanti agli agenti della Squadra mobile di Crotone si presenta di nuovo l’imprenditore, pronto a sporgere denuncia-querela nei confronti di Foschini e Mendicino. La vittima, infatti, dichiara che «pochi giorni prima, il 7 settembre, Antonio Carvelli si era nuovamente recato presso il suo ufficio». In questa occasione l’uomo – secondo il racconto della vittima – si era presentato senza preavviso ed era entrato nel suo ufficio senza neppure farsi annunciare dalla segreteria, «chiedendo se ci fossero novità, alludendo alla richiesta avanzata da Luigi Mendicino alla presenza, ancora, di Luigi Foschini». Un episodio, l’ennesimo, che aveva particolarmente turbato l’imprenditore, temendo per la sua incolumità e quella della propria famiglia, ma anche per la sicurezza dei beni della propria impresa, sentendosi esposto a possibili gesti aggressivi. (g.curcio@corrierecal.it)

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