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lo scontro politico

Reggio, non passa la mozione di sfiducia a Falcomatà. Opposizione all’attacco: «In città uno stato di degrado»

La maggioranza fa scudo: 19 i contrari, 13 i favorevoli. Falcomatà: «Questo consiglio comunale sarà un punto di ripartenza»

Pubblicato il: 31/01/2024 – 16:16
di Mariateresa Ripolo
Reggio, non passa la mozione di sfiducia a Falcomatà. Opposizione all’attacco: «In città uno stato di degrado»

REGGIO CALABRIA Non sono bastate le tredici firme dei consiglieri comunali di opposizione di Reggio Calabria per far cadere l’amministrazione guidata da Giuseppe Falcomatà, che per la prima volta si è presentato in Consiglio comunale con la sua nuova Giunta. È stata una seduta “scoppiettante” quella che si è tenuta questa mattina a Palazzo San Giorgio: all’ordine del giorno la discussione sulla mozione di sfiducia al primo cittadino presentata dai consiglieri di opposizione. Tredici i firmatari, un numero comunque non sufficiente per sfiduciare il primo cittadino e sciogliere il Consiglio comunale, ne sarebbero infatti serviti almeno 17. «Speravo fino all’ultimo in qualche “obiettore di coscienza” che, dopo qualche notte insonne, avesse trovato il coraggio di unirsi a noi, così avrebbe potuto soccorrere la città», ha detto Massimo Ripepi rivolgendosi ai banchi della maggioranza. «La vostra è una mozione di sfiducia generica, superficiale e strumentale», ha replicato il consigliere di maggioranza Giuseppe Marino.

La mozione di sfiducia

«Non ha raggiunto gli obiettivi programmatici del suo programma elettorale», questo il primo dei sedici punti della mozione contro l’operato di Falcomatà, in cui si parla, tra le altre cose, di periferie in stato di abbandono, «una perenne crisi igienico-sanitaria, senza attuare politiche risolutive ai fini del miglioramento del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, ivi inclusa la raccolta differenziata», «politiche sociali ferme al palo», «decine di opere pubbliche strategiche in fase di stallo». I consiglieri di opposizione parlano inoltre di «gravi, non più tollerabili, inadempienze nella gestione politica, nonché per la totale e grave mancanza di programmazione, persino delle più elementari azioni amministrative, tale da gettare l’intera Città e la Comunità reggina in un drammatico stato di degrado. Noi Consiglieri Comunali apponiamo orgogliosamente e congiuntamente la nostra firma sulla parola fine a questa lunga gara al massacro che ha coinvolto, suo malgrado. la nostra Città. Ce lo chiedono i reggini, ce lo impone il ruolo che rivestiamo», scrivono.

L’opposizione: «Sindaco antidemocratico e individualista». La maggioranza fa scudo: «Massima fiducia a Falcomatà»

Botta e risposta tra maggioranza e opposizione. La discussione è stata caratterizzata da una serie di accuse che le due compagini si sono lanciate a vicenda. In un passaggio della mozione i consiglieri di opposizione definiscono la gestione di Falcomatà «individualistica, personalistica e antidemocratica». “Accuse” contro il primo cittadino che erano state lanciate, hanno sottolineato i consiglieri di minoranza, addirittura dal Partito Democratico durante lo strappo – poi ricucito – che si era creato dopo la presentazione della nuova Giunta (mancante di tre assessori). «Anche il Pd in un comunicato diramato la definisce antidemocratico e individualista», hanno detto Ripepi, Cardia e Minicuci rivolgendosi a Falcomatà.

«Tra noi ci sono stati comunicati pesanti e continuiamo a dire che il metodo era sbagliato, abbiamo discusso con il sindaco e le altre forze di maggioranza e abbiamo trovato un punto per ripartire», ha spiegato il consigliere del Pd Giuseppe Marino. «Falcomatà – ha aggiunto – ha vinto due volte le elezioni comunali, per la terza volta quando è stato assolto e vincerà per la quarta volta quando concluderà il suo mandato. L’appello che faccio è di avviare una stagione di dialogo e di confronto per aprire una stagione nuova che dia una nuova speranza». «La parola che definisce bene la seduta di oggi è “imbarazzo”. L’imbarazzo che non c’è. L’imbarazzo nell’inaugurare opere che non ci sono, che sono ferme da anni; l’imbarazzo di andare in giro per la città, fino alle periferie, che lei, sindaco, ha abbandonato per anni», ha detto nel corso del suo intervento il consigliere Federico Milia, che si è rivolto poi alla maggioranza: «Vi chiedo uno scatto di dignità, vi chiedo di considerare se quest’Amministrazione sia in grado di proseguire. La città non ne può più, la città non vi vuole. Continuare a fare video di promozione, di proseguo di lavori, di avvio di lavori che non terminerete mai, non cancellerà quello che avete fatto, e quello che non avete fatto in 10 anni». Un invito arrivato anche da Angela Marcianò che ha definito la situazione dell’amministrazione comunale «una minestra riscaldata», «un film scadente e mediocre», e Falcomatà «un sindaco funambolo». «Votiamo tutti insieme questa mozione di sfiducia», è stato l’invito finale.

Il voto. Falcomatà: «Noi siamo quelli che combattono per il Mezzogiorno»

Invito che la maggioranza ha rispedito al mittente facendo scudo intorno al primo cittadino e assicurando «massima fiducia e appoggio verso il lavoro che si dovrà fare per la città». La mozione di sfiducia non è passata: 19 i contrari, 13 i favorevoli, un astenuto (Saverio Pazzano).
«Sono state settimane difficili per tutti in cui comunque la macchina amministrativa non si è mai fermata», ha detto Falcomatà nel corso del suo intervento. Parlando dello scontro con il Pd, più volte menzionato dalla minoranza, il primo cittadino ha detto: «In quale famiglia non si discute? Non è una guerra, ma significa che ci sono valori di fondo che si condividono e per i quali si discute e ci si confronta». Sulla mozione di sfiducia infine Falcomatà ha detto: «Se questi sedici punti sono tutti colpa di Falcomatà quantomeno si dovrebbe pensare a una corresponsabilità. Non c’è altro tempo da dedicare a questa mozione perché il tempo è quello da dedicare alla città e ai cittadini che per due volte ci hanno confermato la loro fiducia. Noi siamo quelli che combattono per il Mezzogiorno, perché siamo convinti che bisogna sempre combattere ciò che è prevaricazione, ciò che è fascismo, come l’autonomia differenziata, un nuovo fascismo», ha aggiunto Falcomatà proponendo un consiglio comunale interamente incentrato sulla discussione della riforma Calderoli. «Questo consiglio comunale sarà un punto di ripartenza», ha detto infine il primo cittadino. (m.ripolo@corrierecal.it)

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