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Minori non accompagnati, Ferrara: «L’Europa non si volti indietro sui diritti negati in Italia»

L’eurodeputata: «Lapalissiano come il nostro Paese stia facendo mille passi indietro in materia di tutela dei diritti»

Pubblicato il: 01/02/2024 – 10:37
Minori non accompagnati, Ferrara: «L’Europa non si volti indietro sui diritti negati in Italia»

«La Commissione europea preferisce non fornire un giudizio chiaro su aspetti fondamentali ed urgenti riguardanti la tutela del diritto per ogni minore migrante di essere considerato prima, e sopra ogni cosa, un minorenne e quindi godere degli stessi diritti fondamentali al pari dei coetanei italiani ed europei». È quanto dichiara l’eurodeputata Laura Ferrara, che aveva riportato in una interrogazione i dubbi e le preoccupazioni riguardo al decreto legge 133/2023 del governo Meloni, su Immigrazione e sicurezza convertito in legge dal 1° dicembre. «Sollecitata dall’associazione Sabir – continua Ferrara – ho inteso portare all’attenzione della Commissione europea la normativa che nel passaggio delle Camere e nella sua conversione da decreto a legge dello Stato è perfino peggiorata poiché include alcuni emendamenti che vanno a incidere ulteriormente sulle tutele dei minori, determinando – e questo lo dichiara anche “Save the children” – «una pericolosa riduzione delle garanzie per loro previste dalla L. 47/2017 e aumentando i rischi per la loro incolumità e i loro diritti fondamentali». Nella sua risposta la Commissione si limita ad informarmi che sta attualmente analizzando le nuove misure al fine di valutarne la conformità ai requisiti del diritto dell’Unione. È però lapalissiano come il nostro Paese stia facendo mille passi indietro in materia di tutela dei diritti e proprio sulla legge 47/2017, da sempre considerata un esempio di civiltà in tutta Europa in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati». «Una risposta che lascia insoddisfatti – è il commento di di Manuelita Scigliano- presidente Associazione Sabir e portavoce della Rete 26 Febbraio – perché di fatto non scioglie nel merito la questione sul rispetto delle convenzioni internazionali sulla tutela dell’infanzia. Registriamo da anni la tendenza al rimpallo di responsabilità sulla spinosa questione dei minori stranieri che a migliaia si perdono nei territori europei, privi del sostegno familiare e/o istituzionale. Come società, prima ancora che come rappresentanti di enti e istituzioni stiamo venendo meno a quella che è la cifra elementare della nostra umanità. Perché se è vero che per crescere un bambino è necessario un intero villaggio, è vero anche che per perderlo e condannarlo è necessaria l’indifferenza di tutti».

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