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Sandra Milo, l’amica di Giacomo Mancini

La “fuga” in Calabria dell’icona di Fellini. Compagna socialista di Mancini: amici autentici che non si erano mai dimenticati l’uno dell’altra

Pubblicato il: 01/02/2024 – 13:39
di Paride Leporace
Sandra Milo, l’amica di Giacomo Mancini

COSENZA La morte di Sandra Milo a 90 anni ha testimoniato quanto fosse un’ icona italiana. Diva del cinema, adoro tra i suoi tanti successi “Adua e le compagne” e “L’ombrellone”, ma non mancarono i flop come il “Vanina Vanini” con cui fu ribattezzata con cattiveria Canina Canini. Fu soprattutto musa felliniana con le imperiture interpretazioni della Carla di “Otto e mezzo” e “Giulietta degli spiriti”. Federico la voleva anche Gradisca di Amarcord ma il marito dell’epoca ne impedì ulteriore gloria. La “Sandrocchia” felliniana divenne poi conduttrice televisiva di successo, ci fu anche molto altro.
Personaggio della società dello spettacolo tricolore, per cultura e anticonformismo è stata anche il simbolo femminile gaudente del socialismo italiano tra gli anni Sessanta e Tangentopoli. Molto vicina a numerosi leader del Psi, fu presa di mira come rappresentante del “circo di nani e ballerini” dell’Assemblea nazionale craxiana, frase coniata da Rino Formica che ex post però riconobbe ai protagonisti di quella stagione “una certa dignità”.

Sandra Milo

La fede socialista è certa. Salvatrice Elena Greco (questo il vero nome) la data con la scoperta a 12 anni de “I fratelli Rupe” del calabrese Leonida Repaci, capolavoro della lettura d’impegno oggi purtroppo dimenticato a Palmi e in Calabria. Il primo suo voto fu socialista, perché convinta sostenitrice di Pietro Nenni con cui ha una corrispondenza personale. Sandra Milo fu molto amica di Giacomo Mancini e della sua famiglia. Sono gli anni del centrosinistra. Giacomo è uno degli uomini più potenti d’Italia. Sandra Milo una delle attrici più acclamate. Vive ai Parioli con il suo secondo marito, il potente produttore Moris Ergas. La vita mondana di casa Mancini e i ricevimenti al Belsito a Monte Mario vedono accogliere i migliori nomi della politica, dello spettacolo e della cultura italiana. Sophia Loren gioca spesso a scopa con Vittoria, la moglie di Giacomo. Una mondanità vivace e gauchiste a Roma sostituisce quella della nobiltà nera e papalina. Chi si piace si frequenta.
Ai tempi del primo centrosinistra il ministro dei Lavori pubblici invita Sandra Milo e Moris Ergas a vedere assieme con lui e Vittoria una partita del Milan a San Siro. Per il dopo match cena al Biffi. Davanti al ristorante li attende “un giovanottone alto, grassoccio, molto silenzioso, nei ricordi di Sandra Milo è anche sudaticcio. E’il giovane segretario dei giovani socialisti di Milano: si chiama Bettino Craxi. Si va a ballare da Don Lisander. Sandra lascerà memoria di un approccio di Bettino goffo danzatore respinto dall’attrice. Gli anni del Raphael sono ancora lontani.
Giacomo Mancini ministro era molto amico di Sandra Milo già prima del matrimonio con Vittoria. Lei le consiglia abiti alla moda e di dismettere la catenina d’oro al collo, la sprovincializza. Sarà un rapporto di lungo corso.
La vita di Sandra Milo è stata turbolenta per sua ammissione con matrimoni, divorzi, violenze. A casa Mancini conoscerà anche Ottavio De Lollis, (sarà il suo terzo marito), quando ha una relazione stabile con Moris Ergas, il greco ebraico (da giovane è stato deportato a Ferramonti di Tarsia) celebre produttore di molti suoi film e anche dei “Ragazzi di vita” di Pasolini. Un rapporto violento come un uragano quello tra Ergas e Sandrocchia da far apparire un venticello quello contemporaneo tra capitan Totti e Ilary Blasi.
Ergas, geloso ma seduttore di attrici, sul set di un film, per una serie di equivoci degni di una commedia di Feydeau, massacra di botte Sandra Milo che finisce in ospedale. I rotocalchi hanno trovato la storia del momento con titoloni cubitali. Inizierà un tormentone giudiziario di ben 44 processi. La figlia di Sandra Milo viene espatriata in Grecia. Sandra Milo che si era sposata a 15 anni, non è legalmente mamma. Giacomo Mancini le consiglia di scrivere una lettera a Pietro Nenni. La missiva viene pubblicata sulla prima pagina dell’Avanti il 5 ottobre del 1966. Sandra Milo diventa testimonial della nuova legge di famiglia e della battaglia per il divorzio.

Sandra_Milo_Giacomo_mancini
Foto dal profilo Facebook “Tutto Craxi”

Il Borghese di aria missina specula su un’inesistente liaison tra Pietro Nenni e Sandra. Mancini si rivolge all’avvocato Giuliano Vassalli, suo compagno della Resistenza romana, per difendere legalmente l’amica di famiglia. Sarà un romanzo popolare. Sandra Milo, inquisita e latitante va in Grecia, nel tragico momento del golpe dei colonnelli, a riprendersi illegalmente la figlia Debora contro il volere di Vassalli. Una trama da film. De Lollis va a prendere Sandra Milo e la figlia a Bari con una fiammante auto. Giacomo Mancini concepisce la logistica della fuga verso la Calabria. L’attrice è la donna del giorno. Tutti parlano della sua scomparsa, tutti la conoscono. Uno dei migliori cronisti calabresi di tutti i tempi, Antonio Delfino, non si lascia sfuggire la presenza del trio clandestino. Sulla prima pagina del 29 aprile del 1967 di Tribuna del Sud il titolo di spalla in prima è “Sandra Milo si nasconde in Calabria. Ha pernottato a Bovalino”. (Voto “dieci” ai colleghi di Riviera sera che hanno pubblicato il ritaglio).
Delfino gioca in casa e scrive con dovizia di particolari di un anonimo alberghetto in cui il ricercato terzetto è arrivato con una Giulietta di cui fornisce anche la targa. Sandra Milo, anni avanti ricorderà una fiammante Ferrari a riprova che a volte la storia diventa leggenda. La fuga proseguirà a Cannitello a casa di Vincenzo e Bianca Mezzatesta. I carabinieri stringono il cerchio. Ci vuole un approdo sicuro. Giacomo Mancini e Vittoria accolgono Sandra a casa loro, presumibilmente nella villa dell’ Aria Rossa del Savuto. I carabinieri a quella porta non possono bussare. Casa Mancini quindi non ha ospitato solo Piperno da latitante e Alekos Panagulis in fuga dai colonnelli, ma anche l’amica Sandra ricercata. E anche per Sandrocchia come per il 7 aprile Giacomo avrà problemi personali. Il produttore Ergas furente più di Menelao affida un memoriale sulla moglie al rotocalco “Gente” in cui non solo dice peste e corna dell’attrice ma scrive anche di presunti favori che Mancini avrebbe fatto a suoi conoscenti quando era ministro. Rocco Minasi, deputato calabrese dello Psiup, coglie la notizia al volo e presenta un’interrogazione in cui chiede conto del presunto scandalo. Mancini querela il suo ex amico Ergas. Fatti lontani di gente vip del Boom e che comunque testimoniano di un legame molto intenso tra Mancini e Sandra Milo.
Alcune di queste notizie, sottoposte a severa verifica, provengono da un libro pubblicato da Sandra Milo nel 1993 da Pironti dal titolo “Amanti”. Libro di poche copie, forse nato per motivi alimentari, dove appaiono molti socialisti nel ruolo del titolo. Le descrizioni sono molto piccanti e hanno il tasto che sa di editor. Molto c’è di Craxi, ma compaiono anche Vassalli e Mancini. Non possiamo giurare sull’attendibilità di tali relazioni pericolose. Negli anni Ottanta, ben prima di “Amanti”, Sandra Milo raccontava di aver venduto un’autobiografia alla Rizzoli intitolata “Venere e il Psi” ricevendo un anticipo di 70 milioni di lire. A suo dire i nomi erano veri (gli stessi di “Amanti”) ma aggiungeva che fossero di fantasia gli incontri di sesso raccontati a profusione. Il libro non fu mai pubblicato.
Post mortem di Sandrocchia ci sarà un riscontro editoriale. Il prossimo 5 marzo esce da Piemme l’autobiografia di Sandra Milo, “La strega bambina”, un ritratto inedito, un racconto senza filtri, annuncia la nota editoriale. Non mancheremo di effettuare nuove verifiche. Al netto delle pruderie, resta il dato che Sandra Milo fu vera amica di Giacomo Mancini, dei suoi figli, e anche di Vittoria da lei sempre lodata per acume e bellezza. La star fu testimonial di Mancini nelle campagne elettorale in Calabria degli anni Sessanta ma anche di quelle del periodo craxiano degli anni Ottanta quando Giacomo era inviso a Bettino. L’icona di Fellini è stata una compagna socialista di Giacomo Mancini. Amici autentici che nei momenti più difficili delle loro vite illustri non si erano mai dimenticati l’uno dell’altra. (redazione@corrierecal.it)

(In copertina: foto Getty Images)

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