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Infrastrutture

L’opportunità dell’Alta Velocità a Cosenza

Da un po’ di tempo il tema dell’alta velocità in Calabria occupa spesso le scene dell’informazione e accende dibattiti tra esponenti della politica e della società civile locale. Ciò che ci lascia…

Pubblicato il: 03/02/2024 – 21:10
di Candida Tucci*
L’opportunità dell’Alta Velocità a Cosenza

Da un po’ di tempo il tema dell’alta velocità in Calabria occupa spesso le scene dell’informazione e accende dibattiti tra esponenti della politica e della società civile locale. Ciò che ci lascia un po’ perplessi è che su un tema così importante riescano talvolta a prevalere sterili arroccamenti campanilistici su razionali ragionamenti e valutazioni di opportunità. E proprio in termini di opportunità, sembra davvero enorme ed irrinunciabile quella che prevede la costruzione di un nuovo tracciato che, passando per Cosenza, la porrebbe al centro di importanti snodi di persone, merci e sviluppo. Arrecando inoltre enormi vantaggi sia a tutto il bacino dello Jonio cosentino e senza nulla togliere né alla fascia tirrenica, né tanto meno ai tempi di percorrenza Roma Reggio Calabria.

A spiegare meglio le ragioni, il Professore Luigi Martirano (qui l’intervista al Corriere della Calabria), cosentino e ordinario di sistemi elettrici alla Sapienza di Roma, che da tempo si batte per la giusta causa del nuovo tracciato interno dell’alta velocità in Calabria. «Il passaggio della nuova dorsale di alta velocità a valle di Praia verso l’interno attraverso la Valle Crati, il nodo di Tarsia e l’area urbana di Cosenza costituisce una operazione di enorme impatto strategico per Cosenza, per lo Jonio e la Sibaritide, per l’area del Pollino, per l’intera Provincia di Cosenza, ma soprattutto per tutta la Calabria e per tutto il Paese, nessuno escluso. L’obiettivo strategico di un’opera così importante non è solamente quella di collegare Reggio Calabria al resto di Italia con una connessione punto punto, ma di attraversare e rendere accessibili direttamente alla rete AV le diverse zone a elevata valenza territoriale individuate negli studi nelle aree del Cilento e della Vallo di Diano, nell’alto Jonio Cosentino, nell’area urbana cosentina, nell’area del Porto di Gioia Tauro e nel Reggino.

E’ evidente a chiunque che l’unico tracciato che possa raggiungere tali obiettivi è quello interno che consente di servire direttamente l’area urbana di Cosenza che è ritenuta di straordinaria rilevanza strategica, economica, sociale, culturale, nell’intero meridione. La fermata diretta sulla linea collocata nell’area urbana ricorda la funzione della fermata strategica piazzata nell’area di Reggio Emilia, sulla tratta Bologna-Milano. Oppure quella in progetto chiamata Medioetruria tra Roma e Firenze. Oppure ancora quelle intermedia del Garda tra Verona e Brescia, o quella del passante di Vicenza tra Verona e Padova. Tali fermate incrementano notevolmente la prestazione trasportistica del sistema AV in progetto, scaricando pesantemente il traffico auto sulle strade e andando nella direzione di sostenibilità ambientale che passa per l’elettrificazione dei trasporti. Una stazione ferroviaria è efficace se è baricentrica rispetto a un bacino di utenza non ai margini e lo è ancora di più se interconnessa con il territorio come nodo intermodale magari con ferrovie leggere, metro e autobus sostenibili.

Passare per l’interno è la classica scelta “win-win” vantaggiosa per tutti, senza aspetti negativi, perché anche i cittadini della costa tirrenica, apparentemente sfavoriti dalla scelta, ne avrebbero vantaggio dal momento che una eventuale nuova opera ferroviaria di grosso impatto come una linea AV passante sul tirreno non arrecherebbe alcun nuovo giovamento al territorio già servito dalla linea storica. Anzi, una linea nuova AV sul tirreno cosentino avrebbe un impatto ambientale probabilmente (forse aggiungerei certamente) insostenibile, dovendo essere allocata in un corridoio stretto e saturo, fortemente antropizzato, sostanzialmente tutta viadotti e gallerie dal momento che necessiterebbe di percorsi rettilinei con raggi di curvatura molto ampi, barriere, infrastrutture importanti di elettrificazione e regimentazione delle acque. Tali ragionamenti sono tra l’altro alla base del progetto di fattibilità già redatto da RFI nel 2021 sulla base di un altro progetto redatto sempre da RFI nel 2005, che ha individuato in modo inequivocabile il percorso interno come il miglior compromesso da tutti i punti di vista. Vorrei capire se esista un solo motivo per cui il percorso tirrenico sarebbe migliore di quello interno.

Preoccupa l’impatto di una sola galleria di attraversamento fino alla valle del Crati? Allora siamo onesti intellettualmente nel ragionamento: se preoccupa una sola galleria, sebbene certamente lunga e complicata, decidere oggi per il Tirreno significherebbe di abbandonare definitivamente l’idea di realizzare una linea AV nuova perché una tratta tirrenica sarebbe costituita solo da lunghe gallerie, la cui lunghezza totale supererebbe ampiamente quella trasversale. Passare dal Tirreno costituirebbe di fatto un potenziamento della linea esistente, ma teniamo ben presente che dal punto di vista tecnico e prestazionale una linea esistente e una nuova linea AV sono due infrastrutture completamente diverse per caratteristiche del tracciato, alimentazione elettrica, tipo di segnalamento e altro. In questo caso una freccia dal Nord arriverebbe a Praia in modalità AV a 250-300 km/h (attualmente fino a Salerno) e poi continuerebbe la corsa in modalità tradizionale a 150-180 km/h e con curve strette e percorso tortuoso.

Preoccupano i tempi di percorrenza fino a Paola? Be’ qui bisogna essere molto diretti. Si preferisce un treno AV che fermi a Cosenza con coincidenza verso Paola oppure si preferisce un treno che fermi a Paola con coincidenza verso Cosenza ? Credo la risposta sia scontata e non per campanilismo. Basta andare alla stazione di Paola e contare i viaggiatori che scendono dai treni provenienti dal nord e proseguono verso Cosenza. Aggiungerei anche che il raddoppio della Galleria Santomarco e le coincidenze da Paola verso Cosenza non costituiscono la soluzione che vogliamo, il servizio e i tempi sarebbero praticamente uguali a quelli attuali con esclusione per giunta di tutta l’area dello Jonio. Noi vogliamo i treni AV che passino direttamente da Cosenza che è il baricentro del nord della Calabria.

Preoccupano gli allungamenti dei tempi di percorrenza fino a Reggio? Chiariamo subito che la scelta “interna” non danneggerebbe assolutamente Reggio Calabria e la area metropolitana perché i tempi di percorrenza resterebbero praticamente immutati. Anzi ne avrebbe notevoli benefici potendo godere di un collegamento diretto e veloce con l’area urbana di Cosenza e la città di Corigliano-Rossano e l’intera Calabria Citeriore. Chiederei in modo diretto agli amici di Reggio: a parità di tempi di percorrenza preferireste un treno per Roma che passa anche da Cosenza o un treno per Roma che passa dalla costa tirrenica?

Preoccupa il raccordo con il Ponte sullo Stretto? La scelta “interna” non avrebbe alcun impatto sull’altra grande opera strategica del ponte sullo stretto. E’ vero che occorre pensare le due opere strettamente connesse in chiave anche di sostenibilità in termini di passeggeri per i futuri treni (la Sicilia ha un bacino di 4,8 milioni, la Calabria di 2 milioni) ma considerando che i tempi di percorrenza sono gli stessi passare per l’interno anche in questo caso sarebbe un obiettivo in più per l’opera nel suo insieme creando connessioni mai esistite nell’età moderna tra Jonio, il Cosentino e la Sicilia, potremmo chiamarla la ferrovia della Magna Grecia. Pensi che impulsi culturali straordinari: poter andare in treno diretto dalla piana di Sibari a Siracusa, da Palermo a Cosenza. E poi lungo Sibari, Taranto alla Puglia. Sarebbe stato il sogno di Federico II, che non avrebbe avuto alcun dubbio sulla scelta del tracciato. Tant’è che l’opera è inquadrata nel cosiddetto corridoio europeo scandinavo-mediterraneo. E che visione strategica per il futuro! Il rilancio del cuore del Mediterraneo mediante connessioni veloci di idee, persone e merci. Con il ponte sullo stretto fiore all’occhiello di questo sistema. Perché come sappiamo tutti molto bene una linea ferroviaria può determinare il futuro di un territorio, nel bene e nel male. Io mi sono sforzato a cercare un motivo ostativo ma davvero non lo trovo. Chiedo pubblicamente che venga fornito. A tal fine sarebbe auspicabile un dibattito aperto condotto su profili di sostenibilità, strategicità, e visione del futuro esteso ai rappresentanti delle diverse aree politiche e aree territoriali perché sono convinto che con un sano ragionamento e una profonda riflessione, la scelta sarebbe unanime perché la più giusta: è fondamentale passare per Cosenza.

Il comitato tecnico-scientifico voluto dal Sindaco di Cosenza e dagli altri Sindaci della Provincia, di cui faccio parte ha come obiettivo proprio quello di promuovere iniziative di sensibilizzazione e presenziare ai tavoli tecnici decisionali. In un momento così delicato per il futuro del nostro territorio per progettualità e investimenti in infrastrutture è assolutamente necessario fermarsi e riflettere per prendere le decisioni giuste che sono quelle vincenti, sempre. Per far ciò, occorre inserire le scelte da fare in scenari di più ampia portata tenendo conto anche di aspetti storici, culturali e analisi previsionali che permettano di capire verso quale direzione si sta andando, o si vuole andare, qual è la meta da raggiungere e quali sono le priorità da affrontare.  Lo dobbiamo alle nuove generazioni e alla nostra meravigliosa terra». In nome della buona politica, LaCosenzaCheVuoi ritiene che quando ci siano in ballo opportunità di rilievo per la nostra città occorra saper fare gioco di squadra e far prevalere gli interessi dei cittadini.

*Segretario LaCosenzaCheVuoi

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