CATANZARO Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, in accoglimento del ricorso proposto dall’Avvocato Giuseppe Bagnato, ha annullato l’ordinanza con la quale era stata applicata la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Filippo Niglia. L’imputato, 63 anni di Briatico, è stato tratto in arresto nel maggio scorso per il reato di partecipazione all’associazione mafiosa, nonché per i reati di tentata estorsione e illecita concorrenza avvalendosi del metodo mafioso e al fine di agevolare il sodalizio di appartenenza. Secondo gli inquirenti, Filippo Niglia sarebbe legato ad Antonio e Antonino Accorinti, con i quali avrebbe gestito gli interessi della cosca nel settore della navigazione e imposto, in maniera monopolistica, il rifornimento di frutta e verdura nelle strutture turistiche della Costa degli Dei. Niglia si sarebbe poi avvicinato ai Bonavita e alla cosca Accorinti di Zungri continuando a svolgere un ruolo all’interno del sodalizio, partecipando alla spartizione mafiosa dello sfruttamento delle spiagge e condizionando illecitamente il settore della coltivazione e commercializzazione della cipolla rossa di Tropea, anche ponendo in essere specifiche condotte estorsive. Già nel dicembre scorso era intervenuta la Corte di Cassazione che, accogliendo i rilievi di legittimità sollevati dalla difesa, annullava con rinvio l’ordinanza con la quale il Tribunale del Riesame aveva deciso a giugno di mantenere in carcere l’imputato, ordinando che venisse disposto un nuovo giudizio. Pertanto, sulla scorta della decisione del Giudice di legittimità, il Tribunale del Riesame di Catanzaro, all’udienza di giovedì 1 febbraio, dopo aver annullato l’ordinanza genetica in ordine alla tentata estorsione e all’illecita concorrenza aggravate dalla mafiosità e riqualificato il ruolo partecipativo di Niglia in concorso esterno, ha concesso all’imputato la misura degli arresti domiciliari.
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