VARAPODIO Dopo l’aggressione subita il 15 gennaio scorso, don Giovanni Rigoli, parroco di Varapodio, torna nel mirino della criminalità. Nella serata di ieri la sua auto, una Fiat Panda, è stata data alle fiamme, con il rogo che ha raggiunto l’edificio accanto, danneggiando l’ingresso e le finestre. Sul fatto indagano i carabinieri, che stanno esaminando le telecamere di videosorveglianza della zona. Per l’aggressione del 15 gennaio erano stati denunciati due cugini, accusati di aver preso a testate il parroco che avrebbe richiamato i fedeli a rispettare le norme sull’assembramento. Da qualche giorno Don Giovanni Rigoli era tornato nel suo paese, accolto dalla comunità che gli si era stretta attorno. Dopo l’atto di ieri sera, tanta la solidarietà da parte di politica e cittadini.
«Ogni commento è inutile, siamo sprofondati, dobbiamo reagire con coraggio e determinazione, Varapodio non è questa, purtroppo la nostra immagine di paese eccellente ha subito una brutta inclinazione, adesso basta, dobbiamo reagire compatti per riappropriarci della nostra serenità» ha scritto il sindaco di Varapodio Orlando Fazzolari, esprimendo «piena solidarietà a nome mio e di tutta la comunità civile a Don Giovanni Rigoli. Invito tutta la cittadinanza a partecipare al consiglio comunale aperto che si terrà Lunedì alle ore 17, presso la sala del consiglio comunale». Per il sindaco di Taurianova Roy Biasi «se venisse confermata l’ipotesi di un rogo doloso, si tratterebbe di un gesto gravissimo che mi induce a rinnovare a don Gianni i sentimenti di solidarietà che già gli avevo espresso nei giorni scorsi, a nome anche della sua e nostra Taurianova. Sono vicino in questo momento a quanti, nella vicina Varapodio, hanno vissuto momenti di ansia e preoccupazione. Confido che le forze dell’ordine facciano piena luce sul fatto per assicurare alla giustizia chi attenta alla tranquillità di un sacerdote, e della sua comunità parrocchiale, in maniera così tracotante». Anche il sindaco di Polistena, Michele Tripodi, ha espresso solidarietà e vicinanza al parroco «per non essersi piegato ai diktat della ndrangheta». «È impensabile e sconcertante – ha continuato – che un giovane sacerdote che fa rispettare le regole debba essere oggetto di una becera escalation criminale. A lui un sentito e caloroso incoraggiamento a non piegare la testa e a farsi forza per respingere ogni tentativo di sopraffazione mafiosa. Alle forze dell’ordine e alla magistratura una richiesta di intervento affinché venga ripristinata la legalità e con essa la serenità di una persona civilmente impegnata che svolge solo il suo lavoro. Non un passo indietro nella lotta alla ndrangheta». Valerio Romano, segretario generale di Filcams Cgil Area Metropolitana di Reggio nell’esprimere vicinanza e solidarietà ha aggiunto che, come sindacato, «saremo pronti a scendere in piazza al fianco della Chiesa e dei cittadini perbene di Varapodio, la società civile deve respingere con forza questo grave atto. Nessuno tocchi Don Gianni». (redazione@corrierecal.it)
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