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Il mancato salto di qualità del Cosenza. Antonini e Petriccione non colmano le lacune del Catanzaro

Attacco rossoblù (escluso Tutino) ancora spuntato. Buon punto a La Spezia dei giallorossi, ma dal mercato ci si attendeva di più

Pubblicato il: 05/02/2024 – 7:27
Il mancato salto di qualità del Cosenza. Antonini e Petriccione non colmano le lacune del Catanzaro

Secondo pareggio consecutivo, e non succedeva dal doppio segno “X” inanellato contro Bari e Cittadella a fine settembre. Il Catanzaro offre ulteriori segnali di crescita e di maturità nella trasferta in casa dello Spezia, tornando a fare punti lontano dal Ceravolo dopo due mesi (1-2 in casa del Palermo del 1° dicembre 2023).
Al Picco si è visto un Catanzaro attento ed aggressivo, mai rinunciatario ma neanche sconsideratamente votato all’attacco. Di fronte c’era un avversario per nulla facile da affrontare, messo alle corde da una classifica che non rispetta il valore dell’organico a disposizione di mister D’Angelo, rivoluzionato dal mercato e ora carico di entusiasmo per tentare la difficile, ma non impossibile, risalita.
Al vantaggio di Iemmello, fischiatissimo per i suoi trascorsi non felici a La Spezia, è seguito il pareggio (viziato da un evidente fallo su Veroli) siglato da Jagiello. Il tutto nel primo tempo. Nella ripresa giallorossi bravi nel reggere la carica dei bianchi di casa ma imprecisi nello sfruttare le occasioni capitate, in particolare, sui piedi di Biaschi e Sounas, che peccano di precisione e mancano il nuovo sorpasso che avrebbe potuto stendere i liguri.
Per quanto visto in campo, pari giusto che muove la classifica e permette al Catanzaro di rimanere in zona play-off. Il cammino per mantenere questa posizione non sarà però facile. Il mercato ha mischiato le carte portando qualità ed entusiasmo a tante ma non ai giallorossi, rimasti al palo con i soli innesti di Antonini e Petriccione che, per quanto validi, non colmano le lacune palesate da Iemmello e compagni nella prima fase del campionato.

Crema: i centimetri in difesa di Antonini. Subito schierato dall’inizio, a causa della squalifica di Brighenti, Matias Antonini ha prontamente mostrato quanto qualche centimetro in più nel reparto arretrato possa fare bene alla causa giallorossa. Molti dei cross avversari sono stati intercettati dall’ex Taranto che ha tutte le caratteristiche fisiche che oggettivamente mancavano alla difesa delle aquile, ora meglio assortita.
Amarezza: il giallo a Vandeputte. Pesa come un macigno il cartello giallo rimediato dall’esterno belga. Il giocatore, in diffida, sarà costretto a saltare la prossima sfida, la prima di due gare casalinghe, contro l’Ascoli. Un’assenza di peso cui dovrà far fronte Vivarini. Sostituire uno come Vandeputte non è facile, sei gol e 8 assist per quello che si conferma, anche in serie B, come uno dei migliori assistmen del torneo (suo il passaggio decisivo sul gol di Iemmello sabato al Picco). (Stefania Scarfò)

Una fase di gioco di Spezia-Catanzaro

Il passo indietro del Cosenza

Qualcosa di simile in questa annata si era già visto: quando il Cosenza sembra essere a un passo dal salto di qualità definitivo, quello in grado di far sembrare anche i sogni più irrazionali realizzabili, ecco arrivare qualcosa di inaspettato che riporta tutti con i piedi per terra.
Subire il gol del pareggio al 96esimo minuto, all’ultimo disperato arrembaggio del Pisa, porta inevitabilmente a tirar fuori i sostantivi più comuni: sfortuna, beffa, maledizione ecc. Il punto però, al di là delle recriminazioni, è che il Cosenza visto all’opera sabato scorso nell’assolato pomeriggio del “San Vito-Marulla”, non ha fatto granché per tenersi stretto il gol realizzato dal solito Gennaro Tutino. I ragazzi di Caserta, sia prima che dopo l’espulsione del pisano Calabresi, pur mostrando a sprazzi un buon palleggio, hanno evidenziato le solite immancabili lacune in fase conclusiva: pochi tiri in porta e scarsa lucidità nell’ultimo passaggio. Per non parlare poi della gestione mentale e tattica dei minuti finali, in cui almeno cinque possessi palla facili facili sono stati letteralmente consegnati nei piedi dei toscani che hanno così avuto più di una chance per costruire il loro miracolo sportivo di giornata.
Qualche attenuante comunque ai Lupi va riconosciuta. A partire da un arbitraggio (il fallo in area su Frabotta era netto) che,  bisogna dirlo, ha scontentato anche gli ospiti (il doppio giallo a Praszelik ci stava tutto), innervosendo non poco gli animi, fino ad arrivare alle sostituzioni obbligate dello stesso Praszelik e di Gyamfi che hanno costretto Caserta a tirare fuori dallo sgabuzzino un Viviani ancora una volta apparso spaesato, e a spostare Voca nel ruolo di terzino. Tutto ciò, ma anche tanto altro, hanno spaventato Micai e soci che da quel momento in poi si sono consegnati al Pisa sperando che la fine arrivasse in fretta. Insomma, un pareggio che fa male per come è maturato e che fa capire come parlare di playoff (l’ingaggio boom di Antonucci aveva causato questo effetto anche nelle menti più sapienti e sagge) non sia al momento consigliato.

Crema: volendo cercare un lato positivo della storia, si può dire che sette punti in tre partite non sono poca roba. Soprattutto se si pensa a come stava messo il Cosenza fino allo scorso dicembre. E poi, a voler essere ancora più ottimisti, nonostante il gol del Pisa subito al fotofinish, la difesa rossoblù con i nuovi innesti Camporese, Frabotta e Gyamfi appare finalmente più equilibrata e con un pizzico di personalità in più. Ma, forse, la vera e unica nota lieta di sabato scorso è la conferma in zona gol di Gennaro Tutino, che segna e regala passione a una squadra che spesso si perde in un bicchiere d’acqua dando l’impressione di non credere troppo nelle proprie abilità. Una rete che ha preceduto di poche ore la nascita di Alfredo, il suo secondo figlio. Auguri.
Amarezza: nel finale di partita la squadra di Caserta ha fatto mille passi indietro rispetto a quanto messo in mostra contro Venezia e Sudtirol. In quei frangenti è sembrato di rivedere il Cosenza timoroso e senza idee delle ultime dieci gare del girone d’andata. La delusione per il gol del Pisa al 96’ di Caracciolo, nato da una rovesciata di tal Gaetano Masucci (quasi 40 anni e non sentirli, soprattutto quando affronta il Cosenza: all’andata realizzò il momentaneo gol dell’1 a 1), va di pari passo con la scarsa confidenza con la porta avversaria degli attaccanti rossoblù. Nonostante una campagna acquisti roboante nel settore avanzato come mai era accaduto nell’era guarasciana, se si esclude Tutino (e menomale che c’è), la squadra rossoblù conferma le solite fatiche immani a creare palle gol e a fare centro. 25 reti (di cui 9 realizzate dal napoletano) sono una miseria. A questo punto non resta che affidarsi ad Antonucci per invertire la rotta. (Francesco Veltri)

Tutino e Frabotta in azione durante Cosenza-Pisa

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