«Poteva essere una tragedia, siamo sconvolti». C’erano dieci bambini di terza media all’interno della casa canonica raggiunta dalle fiamme che si sono sprigionate dall’auto del parroco di Varapodio don Giovanni Rigoli, vittima di una intimidazione la sera del 3 febbraio. È il secondo episodio contro il sacerdote nel giro di due settimane. Rigoli infatti lo scorso 15 gennaio aveva subito un’aggressione a colpi di testate al termine di una celebrazione eucaristica nella chiesa di Santo Stefano, per la quale sono state denunciate due persone.
Sull’incendio sono in corso le indagini che stanno andando avanti anche grazie alle diverse telecamere di sorveglianza installate nell’area della canonica, una di queste proprio davanti all’edificio. Le fiamme si sarebbero sprigionate mentre il parroco celebrava messa, all’interno c’erano dieci bambini che non si sarebbero accorti di nulla fino al momento in cui persone dall’esterno hanno dato l’allarme chiamando i soccorsi. L’entrata della canonica era anche l’unica uscita per mettersi in salvo, l’uscita secondaria infatti era sbarrata ed è stata successivamente sfondata. Un episodio che ha scosso particolarmente il sacerdote, che in questo momento è lontano dal centro della Piana in ritiro spirituale, e l’intera comunità.
«Dobbiamo reagire tutti quanti insieme e con un’unica voce. Quello che è accaduto è un atto vile contro una persona che va tutelata, tutto insieme dobbiamo proteggere il parroco, che è un simbolo e che rappresenta la Chiesa». Queste le parole del sindaco Orlando Fazzolari a margine del consiglio comunale aperto organizzato per stigmatizzare l’accaduto che sta allarmando tutta la comunità. «Come si fa ad attaccare un parroco? È una cosa incredibile. Se è successo questo vuol dire che può succedere qualsiasi altra cosa, siamo tutti a rischio», ha aggiunto il sindaco che ha spiegato: «Ci sentivamo come in un’oasi felice fino a qualche giorno fa, il responsabile di quanto accaduto deve saltare fuori prima o poi dovremo saperlo». Il primo cittadino ha annunciato che il comune si costituirà «parte civile ogni volta che si verificherà un attentato a cose o persone». «Dobbiamo chiedere al Ministero dell’interno il potenziamento della caserma dei carabinieri», ha aggiunto Fazzolari che ha detto di voler stare accanto al sacerdote anche con una raccolta fondi per comprare una nuova auto. Intanto il prossimo 10 febbraio alle 20 la comunità parteciperà a una fiaccolata.
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x