ROMA «Se il governo, per mano di un suo ministro ha promosso una indagine sul conflitto di interessi all’interno del governo, è giusto che io chieda all’Antitrust che si estenda l’indagine a tutte le istituzioni, con gli stessi criteri. Non per ritorsione, ma per rispetto delle istituzioni alle cui decisioni io mi sono rimesso. E che tu ti faccia garante della integrità del governo quanto a possibili incompatibilità, se a me non è consentito parlare e promuovere in ogni modo l’arte e le mie idee». Lo scrive il sottosegretario dimissionario Vittorio Sgarbi in una lettera alla premier Giorgia Meloni, riportata dal Corriere della Sera.
«Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario del governo». Questo l’annuncio di Vittorio Sgarbi, al centro della bufera al Ministero della Cultura, con le segnalazioni del ministro Gennaro Sangiuliano sui compensi ricevuti dal critico d’arte. Sullo sfondo c’è anche la vicenda giudiziaria, con l’inchiesta – attualmente in mano alla procura di Macerata – legata al quadro di Rutilio Manetti rubato nel 2013, che ha avuto una deriva mediatica, dopo le urla e gli insulti l’intervista volgari che Sgarbi ha rivolto al giornalista Manuele Bonaccorsi di Report.
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