FALERNA Giovanni Roberto è uno degli indagati finito al centro dell’inchiesta condotta dai Carabinieri del Gruppo di Lamezia Terme, e supportati dai Cacciatori “Calabria” e dal Nucleo Cinofili di Vibo Valentia. Le attività investigative – coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro – hanno portato all’arresto di 14 persone accusate, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e detenzione e cessione di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e cocaina.
Sono le dichiarazioni rese da vari collaboratori di giustizia, tra cui Giuseppe Catroppa, Giuseppe Giampà, Luca Piraina e Battista Cosentino, che inquadrano Giovanni Roberto «come soggetto stabilmente attivo nel settore del traffico di stupefacenti lametino». Tuttavia è Piraina a disvelare un particolare legato al rapporto che avrebbe intrattenuto con l’indagato e che non riguarderebbe il traffico di droga.
Il collaboratore di giustizia, infatti, dice di essere stato «incaricato da Roberto, per conto del gruppo di appartenenza, di compiere un attentato dinamitardo nei confronti di un maresciallo dei carabinieri che prestava servizio a Falerna». Secondo quanto narrato da Piraina, «avrebbe dovuto collocare un ordigno esplosivo del peso di 300 grammi, consegnatogli all’interno di un “Sansificio” – luogo di abituale ritrovo del gruppo – sulla autovettura Volkswagen Passat del militare». Il proposito, tuttavia, non venne portato a termine per l’assenza di condizioni ritenute idonee alla buona riuscita del delitto. Il maresciallo destinatario del progetto criminoso era all’epoca dei fatti, in servizio in qualità di comandante della Stazione Carabinieri di Falerna. Interrogato sul punto, Piraina porta indietro la memoria e ricorda alcuni dettagli dell’episodio. «Non conosco le reali motivazioni di questo atto intimidatorio. Posso dire che un soggetto portò al Sansificio, che era il nostro abituale ritrovo, una bomba (…) su segnalazione di qualcuno che diede a Giovanni Roberto notizia della sua presenza in caserma e che non so chi fosse».
(f.benincasa@corrierecal.it)
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