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La “super-mafia” in Lombardia, dal 15 marzo il riesame dell’inchiesta “Hydra”

Il gip Perna aveva rigettato l’arresto di 142 persone su 153 indagati negando l’esistenza della consorzio mafioso

Pubblicato il: 07/02/2024 – 19:33
La “super-mafia” in Lombardia, dal 15 marzo il riesame dell’inchiesta “Hydra”

MILANO Si terrà il prossimo 15 marzo la prima di circa una decina di udienze davanti al Tribunale del riesame per discutere l’appello presentato dalla Procura di Milano contro l’ordinanza del gip Tommaso Perna che lo scorso ottobre negò l’arresto di 142 persone su 153 indagati nell’ambito dell’inchiesta ‘Hydra’ sul cosiddetto ‘sistema mafioso lombardo’, una sorta di “consorzio” fra Cosa nostra, ‘Ndrangheta e Camorra in Lombardia. La pm Alessandra Cerreti ha presentato appello ai giudici del riesame per circa 80 posizioni. Una mole di materiale d’indagine tale per cui i giudici hanno deciso di trattarle separatamente per circa 10 indagati alla volta. Il gip, respingendo l’impostazione della Direzione distrettuale antimafia nell’inchiesta condotta con i carabinieri, aveva parlato di prove “del tutto carenti” o “scarsamente argomentate” dell’esistenza di quella che giornalisticamente ha preso il nome di ‘super-mafia’ o ‘mafia tre teste’, descritta dagli inquirenti come una “struttura confederativa orizzontale” fra esponenti di varie mafie dove “i vertici operano sullo stesso livello”. Erano state disposte solo 11 misure di custodia cautelare e confermato l’impianto dell’accusa per alcuni reati di droga, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, minacce e frodi fiscali.

Nelle carte sono documentati 21 summit tenuti nel 2020-21 fra gruppi ristretti di appartenenti nei Comuni di Dairago ed Assago, nel Milanese, e 54 diverse società-imprese in comune (ristorazione, noleggio, logistica, edilizia, parcheggi aeroportuali, importazione di materiale ferrosi, sanità e piattaforme e-commerce), queste ultime sufficienti a disporre il sequestro di 225.205.697,62 milioni di euro per false fatture. Tra i nomi più noti citati dall’Antimafia quelli di esponenti di vertice delle locali ‘ndranghetiste di Lonate Pozzolo (famiglia Rispoli collegata alla locale crotonese di Cirò) e Desio (cosca Iamonte legata alla locale di Melito Porto Salvo in Calabria), il clan Fidanzati e i Mannino nel palermitano per cosa nostra, i trapanesi vicini a Matteo Messina Denaro, il gruppo Senese per la Camorra. Il gip ha sconfessato anche il ruolo del presunto uomo di Matteo Messina Denaro al Nord: Paolo Aurelio Errante Parrino, condannato a partire dal 1997 per mafia come appartenente al mandamento di Castelvetrano guidato dal padre dell’ex superlatitante, Francesco Messina Denaro. Secondo il gip “non è in alcun modo possibile affermare che” Parrino “abbia proseguito, anche dopo la prima condanna del 1997, il suo rapporto di affiliazione al Mandamento di Castelvetrano, né tantomeno all’associazione lombarda ipotizzata”.

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