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il maxiprocesso

‘Ndrangheta, Rinascita-Scott: sospesi i termini di custodia cautelare in attesa delle motivazioni

Decisione del presidente del Tribunale di Vibo che ha accolto l’istanza del collegio penale. Servono altri 90 giorni

Pubblicato il: 07/02/2024 – 17:45
di Giorgio Curcio
‘Ndrangheta, Rinascita-Scott: sospesi i termini di custodia cautelare in attesa delle motivazioni

VIBO VALENTIA Disposta una proroga di ulteriori 90 giorni del termine per la redazione delle motivazioni della sentenza di primo grado del maxiprocesso “Rinascita-Scott”. Il presidente del Tribunale, Di Matteo, ha infatti accolto l’istanza presentata lo scorso 5 febbraio dai giudici Brigida Cavasino, Germana Radice e Claudia Caputo, nelle rispettive qualifiche di Presidente e giudici a latere del collegio penale, disponendo allo stesso tempo la sospensione dei termini di custodia cautelare di fase fino al deposito delle motivazioni.

L’istanza

I termini, infatti, sarebbero scaduti il prossimo 18 febbraio 2024, 90 giorni dopo il verdetto emesso la mattina del 20 novembre 2023. Tre le motivazioni che hanno portato alla presentazione dell’istanza c’è il complesso processo che vede in tutto 335 imputati, 430 udienze e una camera di consiglio durata 35 giorni. E, soprattutto, si tratta di un procedimento penale in materia di criminalità organizzata.

La sentenza

In tutto erano state 207 le condanne emesse per oltre 2mila anni di carcere, colpendo in particolar modo i boss e i gregari delle cosche di ‘ndrangheta del territorio vibonese, ma anche l’assoluzione dell’ex sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, e la condanna “mite” rispetto alle richieste per Giancarlo Pittelli, 11 anni, contro i 17 chiesti dai pm. Pittelli, secondo l’accusa, avrebbe istigato il tenente colonnello dell’Arma dei carabinieri Giorgio Naselli ad acquisire notizie coperte da segreto d’ufficio. Quest’ultimo è stato condannato a 2 anni e 6 mesi. Secondo l’accusa, a ricevere i “servigi” di Pittelli sarebbe stato l’imprenditore Rocco Delfino, condannato alla pena di 5 anni di reclusione. L’accusa aveva chiesto 12 anni di reclusione. Di lui, durante la requisitoria, il pubblico ministero Annamaria Frustaci ha detto che è un uomo capace di «arrivare ovunque».

I politici

Un anno e sei mesi per l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino, per il quale era stata invocata una condanna a 20 anni. Assolto perché il fatto non costituisce reato, l’ex assessore regionale Luigi Incarnato per il quale la Dda di Catanzaro aveva invocato una condanna ad 1 anno e 6 mesi. Ed ancora, l’ex consigliere comunale di Vibo Alfredo Lobianco e l’ex assessore comunale di Vibo Valentia Vincenzo De Filippis sono stati assolti.

Imprenditori e avvocati

Per l’avvocato Francesco Stilo, i giudici hanno sostanzialmente confermato quanto richiesto dall’accusa condannandolo a 14 anni di reclusione, rispetto ai 15 anni di pena invocati dalla Dda. Per lui l’accusa è di concorso esterno per avere instaurato con le cosche Mancuso, Lo Bianco-Barba, Pardea Ranisi, Fiarè-Razionale-Gasparro e Accorinti uno presunto rapporto collusivo. Secondo l’accusa, attorno alla cosca Mancuso orbitavano altri imprenditori. Tra questi Gianfranco Ferrante, proprietario del noto “Cin Cin” bar di Vibo Valentia. Accusato di associazione mafiosa è stato condannato a 20 anni e 2 mesi. La richiesta era di 26 anni di carcere. Le altre condanne riguardano Giovanni Giamborino a 19 anni e 6 mesi e Mario Lo Riggio, ritenuto intraneo alla cosca Fiarè-Gasparro-Razionale di San Gregorio d’Ippona, condannato a 17 anni di carcere. (g.curcio@corrierecal.it)

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