REGGIO CALABRIA Si chiude il contenzioso su una statua risalente al 1637 e trafugata negli anni ’60 dal Santuario dell’Eremo della Madonna della Consolazione di Reggio Calabria. L’opera, la cui appartenenza è stata rivendicata dai Frati Minori Cappuccini, fa parte di un monumento sepolcrale dedicato alla memoria del cavaliere gerosolimitano Giuseppe Monsolini, eretto dal figlio maggiore del cavaliere e posto nel Santuario reggino. La disputa con l’editore e designer Franco Maria Ricci, che ha acquistato l’opera durante una mostra nel 1994, si chiude con una sentenza della Seconda Sezione Civile del Tribunale di Reggio Calabria a favore dei frati. Il giudice Antonella Stilo ha rigettato la richiesta di Ricci «di accertare e dichiarare l’esclusiva proprietà in capo al medesimo della scultura in marmo lunga 180 centimetri» dal valore stimato di 70mila euro.
La statua tornerà dunque al suo posto, nel Santuario dell’Eremo della Madonna della Consolazione di Reggio, dove si trovano «le restanti parti in marmo, che un tempo componevano nella sua interezza il monumento sepolcrale (epigrafe, due puttini, bassorilievo con lo stemma dell’antico casato dei Monsolini; parte dell’epigrafe non coeva alle altre parti, riguardante il restauro dell’opera avvenuto nel 1913), erano state conservate presso il convento ed ivi erano ancora custodite». L’opera era scomparsa negli anni ’60, trafugata da ignoti che avevano approfittato dei lavori di ristrutturazione in corso in quel periodo, e poi individuata grazie al contributo di un architetto che nel 2015 ha segnalato al Nucleo di Cosenza del Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di aver rintracciato, durante la visione del film “La Migliore Offerta” del regista Giuseppe Tornatore, la scultura marmorea che faceva appunto parte della collezione privata di Ricci a Parma. (redazione@corrierecal.it)
x
x