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Regione, prova di forza della maggioranza anche nel “tagliando” (anticipato) di metà legislatura

Il centrodestra conferma la propria compattezza nella rielezione di Mancuso, votato anche da due esponenti di un’opposizione di nuovo sgranata

Pubblicato il: 07/02/2024 – 19:13
Regione, prova di forza della maggioranza anche nel “tagliando” (anticipato) di metà legislatura

CATANZARO Alla vigilia in tanti erano pronti a scommettere che la rielezione di Filippo Mancuso, della Lega, presidente del Consiglio regionale, sarebbe avvenuta con una votazione anche più larga del perimetro della maggioranza ei centrodestra. Sono stati facili profeti, in verità, perché non è la prima volta che dai banchi dell’opposizione arrivano robusti contributi per lo schieramento di governo. La seduta di Consiglio regionale che ha anticipato il “tagliando” di metà legislatura con la riconferma di tutto l’ufficio di presidenza uscente consegna dati politici che per la verità non sono un inedito: in sintesi, il centrodestra è sempre compatto e forse è anche più compatto, di converso il centrosinistra ancora manifesta diverse anime al proprio interno, e non sincronizzate. A votare per Mancuso infatti – lo dicono i numeri – sono stati in 23, e cioè i 21 della maggioranza, comprendendo anche il presidente della Regione Roberto Occhiuto, e 2 dalla minoranza. Al solito è partita la “caccia” ai due, e l’attenzione generale si è indirizzata verso i soliti “sospetti”, individuati dagli analisti in due consiglieri che spesso non hanno mancato di sostenere – peraltro alla luce del sole – le posizioni della maggioranza, Francesco Afflitto, del Movimento 5 Stelle (già “sub iudice” nel suo partito per il suo voto a favore della riforma dei Consorzi di bonifica), e in Ferdinando Laghi capogruppo di DeMa: Laghi tuttavia, nei conciliabili con i propri colleghi, avrebbe recisamente smentito la cosa, e allora più di un osservatore avrebbe orientato i sospetti nel campo del Pd, che del resto non è notoriamente una caserma nella quale regna la fedeltà assoluta alla linea. Chissà. Sono congetture, ricostruzioni, retroscena che comunque nulla tolgono e nulla aggiungono rispetto ai dati di sintesi di cui sopra.

L’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale: da sinistra Cirillo, Caputo, Mancuso, Iacucci e Alecci

Il dato politico della seduta consiliare

Al tirar delle somme, la maggioranza di centrodestra porta a casa il risultato di aver chiuso la verifica di metà legislatura con un saldo anche più attivo di quello garantito dai numeri e con l’aggiunta di aver perseguito l’obiettivo di evitare interferenze pericolose con le elezioni europee, rispetto alle quali adesso tanti big del centrodestra, a partire dallo stesso Mancuso, potranno approcciarsi con il cuore e i pensieri più leggeri (e mani più libere, sussurrano i maligni). Un obiettivo, quello dell’anticipo del “tagliando”, condiviso da gran parte della maggioranza ma forse non da tutta la maggioranza: l’esito non era scontatissimo, perché nel centrodestra qualche forza politica – segnatamente Fratelli d’Italia e anche Azione – aveva iniziato a chiedere spazi e a puntare i piedi nel corso delle trattative per l’ufficio di presidenza ma anche in questo caso – dicono i bene informati – avrebbe pesato il ruolo di mediazione di Occhiuto, che avrebbe garantito “compensazioni” future agli alleati e quindi gli equilibri complessivi della coalizione. Di converso, l’opposizione di centrosinistra continua a disperdersi in più rivoli, manifestando la presenza di un asse Pd-M5S che c’è ma non è sempre così granitico, a causa delle divisioni interne che vivono questi due partiti. (a. cant.)

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