CATANZARO «Ora si apra un dibattito serio per fermare la riforma incostituzionale dell’autonomia differenziata». E’ il giudizio della Uil Fpl Calabria, che, attraverso il segretario generale Walter Bloise, «prende atto positivamente che chi ricopre un ruolo istituzionale, quale è quello della presidenza dell’Anci, prenda posizione a fianco dei sindaci contro l’autonomia differenziata». «Già il 10 giugno 2023 a Cosenza – afferma Bloise – erano sfilate, nel corso di un’ampia e partecipata manifestazione, le bandiere della Uil per dire no al disegno di legge Calderoli. Sull’approvazione in Senato le stesse parole dell’Arcivescovo della diocesi Cosenza Bisignano, Giovanni Checchinato avevano avuto grande eco nazionale, così come di recente quelle del Vescovo di Cassano Savino che ha esortato i Calabresi a reagire. E adesso prende posizione l’Anci Calabria, mentre in Calabria si avvertono i primi scricchiolii su una riforma incostituzionale che non convince per il suo portato antistorico e secessionista». «Riteniamo corretto, come Uil Fpl – prosegue – che si apra un dibattito, al di là dell’appartenenza politica, per evitare ricadute drammatiche in termini sociali e territoriali legati all’applicazione dell’autonomia differenziata. Un provvedimento che, come affermato già da altri, rischia di creare una frattura insanabile tra il Nord e il Sud, aumentando le diseguaglianze già esistenti tra le due aree, impoverendo il Mezzogiorno e riducendo in misura irrecuperabile molti diritti. La Uil Fpl ribadisce la convinzione della necessità di un’azione sinergica con le istituzioni, già espressa nei giorni scorsi su un altro tema dirimente quale è quello del Pnrr e dei ritardi nella progettazione e nella realizzazione delle opere programmate, al fine di evitare che si acuiscano le distanze tra la Calabria e il resto del Paese. Siamo convinti che sia necessario e non più rinviabile l’avvio di un confronto costruttivo che coinvolga la Regione, le Province, l’Anci e gli enti locali per stimolare tematiche importanti per il paese quali quelle dell’autonomia differenziata nonché del Pnrr». «Come Uil Fpl, poi – conclude Bloise – ribadiamo che l’autonomia differenziata senza definire contestualmente i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) rischia di ledere i diritti e le tutele dei cittadini in termini di diritto alla salute e prestazioni sociali. In conclusione, siamo disposti ad un confronto costruttivo in particolare sul tema che ci sta più a cuore: la sanità. Si apra subito un dibattito».
«Il Ddl – afferma invece Santo Biondo, segretario confederale Uil – ammazza Sud della Lega di Salvini e Calderoli va fermato. Questo provvedimento ancora non è legge dello Stato, ma ha già iniziato a dispiegare i suoi effetti secessionisti. Lo fa dentro le forze di maggioranza che, in Calabria, litigano mettendo in evidenza le prime crepe di una riforma incostituzionale e inaccettabile. Riteniamo positivo il fatto che ciò accada proprio in Calabria. Questa, infatti, è una regione che, a partire dal settore sanitario, si posiziona agli ultimi posti nelle graduatorie degli indicatori statistici relativi ai diritti sociali e civili. Per ridurre le diseguaglianze sempre più marcate fra una parte e l’altra del Paese e, allo stesso tempo, per aiutare la convergenza del Mezzogiorno verso il resto della Nazione, la priorità, per le Istituzioni e la politica, deve essere rappresentata dall’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza».
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