COSENZA Le manovre sulle presidenze delle commissioni consiliari rischiano di far passare in secondo piano (per l’ennesima volta) il caso Amaco. Domani si torna in aula, dopo che nella seduta della settimana scorsa (qui il resoconto) si era registrato l’ultimatum
del presidente del Consiglio, Giuseppe Mazzuca, ai gruppi.
Il nodo, dunque, adesso è soprattutto politico e il pallino è in mano alle nuove formazioni nate nelle settimane scorse in seno a Palazzo dei Bruzi: da un lato i tre cosiddetti “dissidenti” dem (Graziadio, Tinto e Trecroci) ora in Democrazia e Partecipazione, cui è intestata la presidenza della Commissione forse più importante (Bilancio, in mano a Tinto); dall’altra ecco i Socialisti Democratici (Bresciani e Frammartino, entrambi presidenti di commissione: rispettivamente Verde e Cultura); in mezzo i tre Socialisti Fuorivia, Costanzo e Golluscio, cui non tocca nessuna presidenza. Lo scenario è dunque squilibrato e l’invito di Mazzuca a fornire i nuovi assetti va proprio nella direzione di calibrare meglio la rappresentanza dei gruppi interni alla maggioranza di centrosinistra.
Sullo sfondo, la crisi Amaco: sempre nella seduta del 31 gennaio la discussione era slittata dopo la fumata grigia dell’incontro tra dipendenti e sindacati (presenti prima dell’inizio dei lavori del Consiglio) e rappresentanti della Regione (assenti il presidente Occhiuto e l’assessore Staine), con la data del 28 febbraio come termine ultimo per riprendere la discussione: è quello infatti il giorno in cui sarà discusso il ricorso sull’istanza di fallimento dell’azienda dei trasporti. Lo slittamento aveva provocato anche qualche scintilla in aula, con una risoluzione di Bianca Rende che aveva invitato a calendarizzare la questione già nel Consiglio di domani, vista la delicatezza della situazione. Vedremo se la priorità spetterà alle presidenze delle commissioni consiliari o se anche l’estenuante crisi dell’Amaco avrà finalmente spazio nell’agenda politica cittadina. (euf)
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