RENDE Una nutrita delegazione di docenti e genitori delle scuole superiori di Rende (Istituto Tecnico Economico “V. Cosentino”, dell’Istituto professionale Alberghiero “F. Todaro” e del Liceo Classico “G. da Fiore”) è stata ricevuta dal prefetto Santi Giuffrè, componente la commissione straordinaria del Comune di Rende.
La delegazione, a seguito del dimensionamento scolastico approvato dalla Regione Calabria con delibera 719/2023, ha sottolineato che la stessa delibera contiene un evidente errore materiale, dal quale scaturisce un’anacronistica organizzazione scolastica comunale. L’istituto Cosentino – Todaro con annesso convitto nazionale è stato accorpato all’istituto Mancini Tommasi di Cosenza, sede di convitto anch’esso. «Tale accorpamento risulta essere frutto di un mero errore materiale, poiché un convitto non può essere accorpato ad altro convitto, né ad altra scuola, pena la violazione di una norma statale. Tale scelta, se confermata, finirebbe con il compromettere l’offerta formativa negli anni assicurata dalle scuole superiori rendesi e di cui si avrebbe grande bisogno proprio nel particolare momento storico di fragilità che sta vivendo la città a causa dello scioglimento degli organi istituzionali comunali per infiltrazioni mafiose» si legge in una nota dei docenti e i genitori partecipanti all’incontro odierno.
«L’auspicata rettifica dell’errore non comporterebbe alcun aumento del numero delle autonomie ammesse, e non intaccherebbe la natura e la sostanza del Piano di dimensionamento scolastico regionale».
Il commissario Giuffrè, sentite le ragioni dei genitori e degli operatori scolastici, al termine dell’incontro, ha inteso inoltrare una missiva al presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, e alla vicepresidente della giunta regionale, nonché assessore alla Pubblica Istruzione, Giuseppina Princi, chiedendo loro di operare la correzione richiesta, soprattutto in considerazione della vitale importanza che la struttura scolastica riveste nell’opera di ricostruzione sociale in atto nella città alla luce dello scioglimento per mafia degli organi di rappresentanza e di governo.
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