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IL CONTRIBUTO

Si scrive ’nduja e si pronuncia ’ndugia

Chi parla di ’nduja deve preliminarmente sapere una cosa: la prima regola è pronunciare bene la voce. La dizione corretta è “ndugia”. La pronuncia cambia da paese a paese a seconda delle diverse p…

Pubblicato il: 09/02/2024 – 9:46
di Bruno Gemelli
Si scrive ’nduja e si pronuncia ’ndugia

Chi parla di ’nduja deve preliminarmente sapere una cosa: la prima regola è pronunciare bene la voce. La dizione corretta è “ndugia”. La pronuncia cambia da paese a paese a seconda delle diverse parlate dialettali. Ma se vi trovate nella capitale di questo insaccato grasso e piccante, cioè Spilinga, il termine “’nduja” va pronunciato alla francese. Derivato da andouille (anduill). Infatti, ricorda un tipo di salsiccia preparato in molte zone della Francia con le interiora del maiale, fegato, polmone, trippe bollite insieme ad erbe e a piante aromatiche o a verdure.
L’origine della ’nduja resta ancora da accertare, secondo alcuni sarebbe stata introdotta dagli Spagnoli nel cinquecento assieme al peperoncino, ma come suggerisce il termine ricorda, come detto, un insaccato francese che potrebbe essere stato importato nel periodo Napoleonico (1806-1815), infatti sembra che Gioacchino Murat, Vicerè di Napoli e cognato di Napoleone, abbia ordinato la distribuzione gratuita di un salame simile alla ’nduja per ingraziarsi i Lazzari dello Stato partenopeo. Alle corte: è il famoso insaccato di maiale, certamente inventato con l’introduzione del peperoncino che non è soltanto condimento, o conservante, ma elemento caratterizzante. Dunque, un salume tradizionale di una precisa e circoscritta area geografica che oggi viene presentato come prodotto originario ed esclusivo della Calabria e costituisce infatti uno degli elementi base di una recente e, per molti versi, inattuata unità alimentare della regione. Quindi, prodotto tipico ed esclusivo di Spilinga, ma anche dai comuni limitrofi: Zungri, S. Calogero, Caria, Brattirò, Zaccanopoli, Vena, Piscopio, Badia, Limbadi. Centri agricoli dell’altopiano del Poro nel Vibonese.
Oggi la ’nduja di Spilinga sta per ottenere l’Igp (Indicazione geografica protetta), che è la certificazione che identifica un prodotto originario di un luogo, di una regione o di un paese alla cui origine geografica sono attribuibili una data qualità, la reputazione o un’altra caratteristica. La ‘nduja ormai è presente in tutti i menù dei ristoranti, raggiungendo una popolarità a livello mondiale.

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