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L’intervista

Angelo Corsi: «La fine col Cosenza non è stata felice, ma non porto più rancore»

La voce dell’ex capitano rossoblù che oggi studia da ds: «Poche rose in B sono all’altezza dei Lupi»

Pubblicato il: 10/02/2024 – 11:25
Angelo Corsi: «La fine col Cosenza non è stata felice, ma non porto più rancore»

COSENZA «Non è stata una fine felicissima, credo sia sotto gli occhi di tutti, ho passato un anno fuori rosa. Però so che il calcio è così, dal giorno alla notte le cose possono cambiare, ci sono duemila dinamiche che non possiamo mettere in conto. Penso che la cosa importante sia andare oltre determinate situazioni. La vita va avanti, c’è poco tempo per stare lì con i pensieri e i rimorsi. Io sono strafelice di quello che ho fatto a Cosenza, sono felice di vivere a Cosenza, tifo Cosenza perché ho giocato dieci anni con questa maglia dando tutto quello che avevo. Ora però è un capitolo passato, si guarda avanti. Non sono più un giocatore e devo essere un po’ più equilibrato, quindi io voglio bene al Cosenza calcio in tutte le sue componenti, dalla prima all’ultima e gli auguro ogni fortuna».
Angelo Corsi non ha più rimpianti. La fine della storia con il Cosenza calcio dell’ex capitano rossoblù è stata tutt’altro che indimenticabile, ma oggi vuole guardare avanti. Le sue parole nel corso della lunga intervista rilasciata nel nel programma condotto da Stefania Scarfò “Tutti nel pallone”, in onda su L’altro Corriere Tv (canale 75), evidenziano come il passato sia stato ormai messo alle spalle. Restano però i ricordi felici: dalla conquista della Coppa Italia di serie Ce fino alla promozione in B e le presenze in maglia rossoblù, secondo solo Gigi Marulla. «Già accostare il mio nome a quello di Gigi – ha affermato Corsi – è un vanto per me. Sì, se mi guardo indietro i dieci anni di Cosenza sono stati veramente intensi perché pur ottenendo grandissimi risultati (Corsi arrivò a Cosenza quando la squadra era in C2, ndr), tutti gli anni hanno avuto difficoltà enormi. Bisogna solo fare i complimenti a chi ha fatto parte di quei gruppi, dai calciatori ai magazzinieri, sono andati tutti oltre le loro possibilità. Siamo migliorati anno dopo anno e far parte di questo processo di crescita per me è motivo di orgoglio».

Il momento più bello e quello più brutto

Ma quale è stato il momento più bello di Angelo Corsi in maglia rossoblù? «Sarebbe scontato dire lo spareggio di Pescara che ci ha portato in B – ha detto –. In genere sono abbastanza umile, però l’ho alzata io quella coppa. Il ricordo più brutto e purtroppo indelebile? Sicuramente la retrocessione a Pordenone, me la sogno ancora adesso la notte. Più che altro poi non ho avuto la possibilità di farmi perdonare e mi dispiace tanto. Io sempre interpretato il calcio come una questione collettiva. Ho dato tutto e spero che questo ai tifosi del Cosenza sia rimasto».
Corsi è tornato a parlare della stagione 2021-2022: il passaggio a gennaio alla Vibonese, il ritorno a Cosenza e un anno passato ai margini della prima squadra. «Quando a gennaio di quell’anno sono andato alla Vibonese – ha ricordato Corsi – il direttore sportivo Goretti mi comunicò che non mi avrebbe rinnovato il contratto da calciatore ed ero libero di decidere cosa fare. Senza entrare nel merito perché comunque è una storia che appartiene al passato, in quel periodo c’erano dinamiche particolari a Cosenza e il come è stata presa quella scelta, che comunque da professionista ho accettato, è stato un po’ discutibile perché io penso che alla base di tutto ci siano sempre le persone e la loro dignità. Di certo sarei stato più felice se fossi stato trattato meglio, ma non voglio portare rancore».

Lo sfogo su Instagram e la rosa attuale del Cosenza

Corsi non porta rancore oggi ma nei mesi passati qualche boccone amaro ha dovuto mandarlo giù. E il riferimento va a una storia su Instagram che recitava così: “sei un piccolo uomo ma, soprattutto, la cosa più lontana dalla cosentinità che esista”. «Quello è stato l’unico momento in cui mi sono lasciato andare e ho perso la mia consueta calma e lucidità. C’erano dinamiche classiche del calcio che ho avvertite in quel momento come eccessive e ho forse esagerato. Non dico che non lo rifarei o che lo rifarei, ma oggi sicuramente quel momento è superato. Ho avuto un’esplosione a caldo. Un po’ me ne pento perché sono modi di fare che non fanno parte di me anche se forse poteva essere la cosa giusta in quel momento, era quello che pensavo e non me lo rimangio. Però non ne vado troppo fiero. Era anche un periodo in cui la squadra era ultima ed era in difficoltà, forse ho sbagliato a non pensare anche alle conseguenze nei loro confronti. Ho sempre messo la squadra prima di tutto e forse in quel momento per la prima volta sono stato un po’ egoista».


Il rammarico più grande? «L’anno dopo la vittoria del campionato c’era qualcosa di speciale nell’aria, avvertivo una sensazione che era la stessa che sentivo l’anno prima. Poi mi sono rotto il crociato e tante cose sono cambiate però se tutto fosse andato nel verso giusto e avessimo avuto un po’ di fortuna potevamo entrare nei play-off e se lo avessimo fatto sarebbe potuto succedere di tutto». E sul Cosenza attuale Corsi, che oggi studia per diventare direttore sportivo, la pensa così: «Questa è una squadra che può fare grandi cose, non so quante rose ci sono all’altezza del Cosenza. Sono un tifoso rossoblù e ti dico che sono molto fiducioso, facendo tutti gli scongiuri del caso ma credo che le linee guida tracciate dal Cosenza siano quelle giuste». (redazione@corrierecal.it)

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