CATANZARO Un impianto «da considerare di “rilevante interesse strategico regionale” in quanto funzionale alla chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti urbani per l’Ato regionale». Nell’aggiornamento del Piano dei rifiuti approvato nelle scorse settimane dalla Giunta regionale così viene configurato l’impianto di termovalorizzazione di Gioia Tauro. «Un ruolo strategico per la chiusura del ciclo dei rifiuti urbani nel territorio regionale, per la valorizzazione energetica del rifiuto urbano residuo, destinato a diminuire progressivamente all’aumentare della raccolta differenziata, e dei rifiuti secondari prodotti dal trattamento dei flussi della raccolta differenziata, destinati invece ad aumentare con la crescita della Rd, la cui destinazione finale, in accordo alla gerarchia comunitaria, non sarà quindi più la discarica», rileva ancora la Giunta Occhiuto, che sul termovalorizzatore gioiese punta come “perno” dell’intero sistema di gestione ambientale anche al costo di andare incontro alle proteste delle comunità locali. Ma nell’aggiornamento del piano la scelta è precisa: «Il principio di autosufficienza e di prossimità, da declinare a livello di ambito regionale in accordo alla legge regionale 10/2022 (e successive modifiche), l’aumento degli scarti derivanti dalla selezione e dal trattamento delle frazioni merceologiche della raccolta differenziata nonché l’obbligo comunitario di riduzione a valori inferiori al 10% dei rifiuti conferiti in discarica entro il 2035, rendono necessario – si legge – confermare il ruolo del Wte di Gioia Tauro».
Il quadro di partenza peraltro è piuttosto complesso: «Le linee A1 e A2 – si legge ancora nell’aggiornamento del Piano – sono giunte al termine del loro ciclo di vita utile. I continui fermi impianto testimoniano lo stato di ammaloramento e di obsolescenza impiantistica dell’unità. Se nel 2019 l’impianto è riuscito a lavorare con quantitativi pressoché vicini al carico nominale, nel 2020 ha incenerito solo 60.000 tonnellate di Css (combustibile solido secondario), a fronte delle 120.000 annue autorizzate. Analoga situazione si è registrata nel 2021. Attualmente l’unità A del Wte di Gioia Tauro presenta le seguenti criticità: bassissima affidabilità che consente di trattare mediamente un quantitativo di rifiuto combustibile pari a circa 60.0000 tonnellate all’anno, ossia la metà della potenzialità autorizzata (dato 2020 Ispra e dato 2021 da Città Metropolitana di Reggio Calabria); continui fermi impianto e necessità di interventi d’urgenza; meccanismi di on-off delle caldaie che comportano elevati consumi di combustibile per la riaccensione con il rischio di emissioni non controllate; incremento dello smaltimento in discarica dei rifiuti, in mancanza di offerta di termovalorizzazione; effetto indiretto sul consumo di suolo per la necessità di aprire nuove discariche; mancata produzione di energia». Si rileva poi come «nell’area d’impianto contigua all’unità A, sempre di proprietà della Regione Calabria, è presente anche un’area di cantiere dismesso in cui sono presenti opere strutturali ed elettromeccaniche, in elevato stato di degrado, che avrebbero dovuto costituire un’unità “B”, identica all’unità A dal punto di vista progettuale, composta dalla linea B1 e dalla linea B2, i cui lavori sono stati parzialmente realizzati con un avanzamento di circa l’80% e poi sospesi. Nell’attuale configurazione tecnologica il Wte di Gioia Tauro è in grado di bruciare solo il Css-rifiuto (Eer 19.12.10) e non può incenerire le tipologie di rifiuto corrispondenti agli scarti di lavorazione che, pertanto, sono conferite in discarica, parte nel territorio regionale e parte fuori regione, a costi esorbitanti».
Nello scenario del Piano – prosegue la Giunta regionale – «si conferma la scelta del Piano del 2016 e successive modificazioni, di sottoporre a recupero energetico oltre al Css – rifiuto anche i rifiuti di scarto prodotti dal trattamento dei rifiuti urbani con l’ulteriore previsione di sottoporre a recupero energetico anche il rifiuto urbano residuo. Tutte queste frazioni, non riciclabili, sono inviate a recupero energetico nel termovalorizzatore di Gioia Tauro, quale alternativa alla discarica, nel rispetto della gerarchia sull’economia circolare, conseguendo gli obiettivi di: eliminare la dipendenza dalla discarica; rispettare la gerarchia comunitaria con una gestione ambientalmente più sostenibile attraverso il recupero energetico dei rifiuti non altrimenti valorizzabili, a valle della raccolta differenziata spinta e di tutte le possibili operazioni di recupero sui flussi della raccolta differenziata; gestire tutti i flussi dei rifiuti dei rifiuti urbani, compresi i rifiuti derivati dal loro trattamento, in ambito regionale secondo il principio di autosufficienza, senza più ricorrere a trattamenti/smaltimenti fuori regione,
con costi economici e ambientali molto elevati».
Cosa c’è da fare in futuro: «Per rendere l’impianto funzionale allo scenario di piano occorre effettuare sul Wte di Gioia Tauro interventi di rifunzionalizzazione e di revamping necessari per consentire l’incenerimento di rifiuti ulteriori e diversi dal solo Css-rifiuto, innovare tecnologicamente le sezioni impiantistiche in esercizio oramai ammalorate e usurate, inglobando anche l’area destinata all’unità B. Si prevede pertanto di effettuare interventi di adeguamento e miglioramento tecnologico, strutturale, normativo e funzionale dell’unità A (linee A1 e A2), in stato di ammaloramento e di obsolescenza tecnologica, e il completamento/rifacimento dell’Unità B (linee B1 e B2). Gli interventi sul termovalorizzatore di Gioia Tauro sono altresì necessari per rendere l’impianto performante dal punto di vista dell’efficienza energetica… per rispettare l’ordine di priorità della gestione dei rifiuti, garantendo che sia privilegiato il recupero di energia rispetto allo smaltimento in discarica.Si rammenta che l’ordine di priorità è stato tradotto in un target quantitativo dalla direttiva discariche del pacchetto economia circolare, con la previsione di ridurre al 10%, entro il 2035, il quantitativo di rifiuto smaltito in discarica. l nuovo Wte di Gioia Tauro dovrà pertanto essere un termovalorizzatore con recupero energetico conforme all’operazione R1 che rappresenta l’opzione ambientale migliore, nel rispetto dell’ordine gerarchico previsto dalle normative comunitarie e nazionali».
Infine, un punto sull’iter procedurale, finora anche questo tortuoso. Nell’aggiornamento del Piano da parte della Giunta si ricorda infatti che «l’amministrazione regionale con decreto del dirigente generale 3538 del 31 marzo 2022, sulla base delle indicazioni contenute nella dgr 93/2022, ha approvato e pubblicato la manifestazione di interesse “per la ricerca di operatori economici interessati alla presentazione di proposte di project financing finalizzate all’individuazione del promotore ai sensi dell’art.183, comma 15, del d.lgs. 50/2016, per l’affidamento della concessione relativa alla progettazione e realizzazione dell’adeguamento e completamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro comprensiva della gestione”. A seguito di valutazione di non conformità all’interesse pubblico dell’unica proposta pervenuta nei termini fissati, la Regione ha approvato e pubblicato con decreto del dirigente generale 15765 del 2 dicembre 2022 una nuova manifestazione d’interesse». (c. a.)
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