CATANZARO «Noi auspichiamo che ci sia un lavoro collettivo da parte dei territori a prescindere dalle parti politiche per dire “finanziamo i Lep, non spacchiamo l’Italia ma semmai proviamo a unire l’Italia” e a tagliare le divergenze e le differenze che nel nostro Paese purtroppo ci sono e sono grandi e sono marcate». Lo ha detto il senatore e segretario regionale del Pd Nicola Irto, componente della Commissione parlamentare per le questioni regionali, al termine delle prime audizioni della bicamerale, oggi a Catanzaro: i primi auditi sono stati il presidente della Provincia di Catanzaro, Amedeo Mormile, il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita e il presidente della Camera di commercio Catanzaro-Crotone-Vibo Pietro Falbo.
Secondo Irto la riduzione del fondo perequativo «complica un quadro che già noi vedevamo ampiamente compromesso che era quello di questa autonomia così come concepita. Come Commissione bicamerale delle questioni regionali stiamo facendo delle audizioni sui territori per sentire dalla carne viva di chi li governa quali sono i problemi, quali sono le differenze soprattutto tra la Calabria, i comuni calabresi per esempio, i comuni e le regioni del centro nord. Purtroppo il dato che emerge, drammatico, sia dalla Camera di Commercio che dagli enti territoriali, rappresenta davvero l’ossatura portante del no convinto all’autonomia differenziata, a questa autonomia differenziata. A meno che – ha specificato il senatore del Pd – non si vogliano finanziare Lep, a meno che non si voglia recuperare quel gap e mettere tutti nelle stesse condizioni di partenza. Purtroppo questo ad oggi non c’è, si auspica che queste audizioni possono essere utili nel dibattito in commissione nell’altro ramo del Parlamento, alla Camera, dove il provvedimento è approdato dopo l’approvazione al Senato. Ecco – ha concluso Irto – noi auspichiamo che ci sia un lavoro collettivo da parte dei territori a prescindere dalle parti politiche per dire “finanziamo i Lep, non spacchiamo l’Italia ma semmai proviamo a unire l’Italia” e a tagliare le divergenze e le differenze che nel nostro Paese purtroppo ci sono e sono grandi e sono marcate». (a. c.)
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