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Riduzione dei tempi di attesa, ritorno dei “cervelli” e sinergia con l’Unical. Mission e vision dell’Ao di Cosenza

I buoni propositi nell’atto aziendale 2024. Ma bisogna fare i conti con la frammentazione dell’offerta e l’elevata mobilità passiva

Pubblicato il: 12/02/2024 – 7:36
di Fabio Benincasa
Riduzione dei tempi di attesa, ritorno dei “cervelli” e sinergia con l’Unical. Mission e vision dell’Ao di Cosenza

COSENZA Migliorare i servizi ai pazienti, rafforzare la sinergia avviata da alcuni mesi con l’Università della Calabria, diminuire la pressione sul pronto soccorso. Sono alcuni degli obiettivi fissati dall’azienda ospedaliera di Cosenza, guidata dal Commissario Vitaliano De Salazar, contenuti nell’atto aziendale redatto a febbraio 2024. In 84 pagine, l’azienda suggerisce mission e vision, sottolinea le criticità e fornisce un quadro sintetico ma chiaro della situazione della sanità cosentina. L’analisi ovviamente parte dal monitoraggio del territorio di riferimento, la vasta provincia di Cosenza (la quinta in Italia) abitata da una popolazione sempre più vecchia e sempre meno numerosa. Gli over 80 sono 49.089 pari al 7% della popolazione e sono spesso i più fragili e vulnerabili. «In generale la percentuale degli over 65 (159.200) è salita al 22,6% della popolazione la cui età media è oggi di 46 anni. L’indice di vecchiaia è di 189,70 (181 anziani ogni 100 giovani) mentre quello di natalità si è abbassato (6,8)».

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Vitaliano De Salazar

Lo sviluppo della sinergia con l’Unical

L’accordo siglato con l’Università della Calabria, ha permesso all’Ao bruzia di ringiovanire e rimpolpare gli organici con i giovani studenti dell’Ateneo di Arcavacata. Che ha inaugurato il corso di laurea in Medicina. Il 10 ottobre 2023, resterà una data storica per l’Unical e per l’intero territorio regionale: i primi 120 studenti del nuovo Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia TD (tecnologie digitali) dell’Ateneo, hanno varcato la soglia dell’aula “Gialla” del Polifunzionale, uno spazio simbolico che evoca i primi anni della vita dell’Università della Calabria, per l’inizio delle loro attività didattiche. Nello storico stabile del nosocomio dell’Annunziata hanno preso servizio professionisti, medici e infermieri che contribuiranno a migliorare la risposta ai bisogni dei pazienti e alla realizzazione di quel policlinico universitario alla base della proficua sinergia. Si tratta nello specifico dei Cervelli di ritorno, dei professori Gianluigi Zaza, che ricoprirà il ruolo dirigenziale di Nefrologia, Carlo Capalbo che dirigerà l’Uoc di Oncologia e Antonio Curcio per quella di Cardiologia. Il quarto medico reclutato a seguito dei concorsi è Michele Provenzano, ricercatore di Nefrologia all’università di Bologna. «Questo favorirà l’apertura di quattro nuove scuole di specializzazioni importanti», aveva annunciato al Corriere della Calabria il Magnifico Rettore dell’Unical, Nicola Leone.
Non solo. Nelle scorse settimane, l’Unical ha destinato parte di un finanziamento ottenuto dal Pnrr per l’acquisto di un braccio robotico utilizzato per la chirurgia spinale e per quella cerebrale.

Il “nuovo” pronto soccorso

Nonostante le buone performance e gli accordi stipulati, restano molti i gap da colmare. Ne è ben consapevole il commissario De Salazar che ammette le difficoltà di comunicazione e si dice impegnato a migliorare la brand repution del nosocomio. «Per me contano i dati sanitari e dicono che quest’anno questo ospedale ha prodotto salute per un valore di 11 milioni d’euro, che tradotto in salute, vuol dire che ha fatto più 1.200 interventi chirurgici rispetto a un ospedale che stava sprofondando negli abissi», ha avuto modo di riferire ai nostri microfoni. Tuttavia, il problema maggiore resta il pronto soccorso. L’Annunziata non riesce a rispondere come dovrebbe alla esorbitante richiesta di aiuto dei pazienti che “occupano” il reparto, spesso sovraffollato. Il commissario lo sa bene e nell’atto aziendale identifica quale obiettivo prioritario «adottare tutti gli accorgimenti necessari a consentire che gli accessi al Pronto Soccorso siano realmente urgenti». E quindi si lavorerà per prendere in carico i problemi salute del paziente inserito nella rete di emergenza urgenza tentando di «ridurre i tempi di attesa di posto letto e di ridurre gli accessi impropri».

La frammentazione dell’offerta

Il dibattito, spesso rovente, legato alla realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza sembra ormai superato. Dopo i duri scontri tra Regione e Comune di Cosenza in merito all’ubicazione della nuova struttura ospedaliera, le discussioni si sono interrotte per dare spazio e sfogo ai dibattiti sulla realizzazione della città unica. Anche qui, lo scontro tra Regione e Comune è assai aspro. Ma qual è la situazione attuale offerta sanitaria nella provincia di Cosenza? L’Ao bruzia è collocata all’interno del territorio disomogeneo, con alcune zone poco collegate ai nodi centrali della provincia. «Questa composizione territoriale ha fatto sì che negli anni siano stati istituiti molti presidi sanitari, che
hanno contribuito a sviluppare una forte frammentazione dell’offerta e non hanno, peraltro, evitato un’elevata mobilità passiva nei confronti di realtà sanitarie presenti in altre aree del Paese». L’enorme quantità di piccoli presidi ospedalieri, ora in dismissione e riconversione, è stata oggetto di una visione parcellizzata del territorio. Oggi, l’obiettivo dell’Ao è di dar vita ad una visione unitaria e complessiva. Gli ostacoli da superare non sono di poco conto. «L’eccessivo e spesso inappropriato ricorso all’ospedalizzazione è stato motivato anche da una parziale carenza di organizzazione capillare delle cure primarie e di attenzione all’integrazione sociosanitaria». Il riordino imposto dall’attuale commissario sarà fondamentale per garantire le risposte adeguate alle domande di salute nella prossimità della cura e nella continuità della stessa.
(f.benincasa@corrierecal.it)

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