LAMEZIA TERME «Se il mio partito me lo chiede ufficialmente, sono disposto a candidarmi alle europee». A Filippo Mancuso non è mai difettata la chiarezza, e l’intervista che andrà in onda questa sera alle 21 sul canale 75 de “L’altro Corriere Tv” , e sulla pagina del Corriere della Calabria, ne è una ulteriore testimonianza.
Ospite di Danilo Monteleone e Ugo Floro nel talk “Telesuonano”, il presidente del consiglio regionale della Calabria, non senza essere talvolta essere tranchant, ha affrontato più temi.
Dal rinnovo del suo mandato alla guida di Palazzo Campanella per altri due anni, al rapporto con il presidente dell’esecutivo, Roberto Occhiuto, passando per il prodotto legislativo dei primi due anni e mezzo, o poco meno, fino appunto alla sua chiara disponibilità a correre per Bruxelles. «Il partito però me lo deve chiedere in modo chiaro, perché finora il sondaggio della mia eventuale disponibilità è stato, per così dire, ufficioso..».
Mancuso, tuttavia, e non certo per mettere le mani avanti, fa notare «che potrebbe essere una anomalia una mia candidatura nel pieno dell’esercizio di presidente del consiglio regionale, ma comunque ciò non toglie la mia disponibilità». Ma è all’autonomia differenziata che il leghista dal cuore politico moderato riserva un trattamento severo, almeno così c’è parso: «senza lep, la Calabria non può permettersela, in questo io porto avanti le mie costruttive riserve insieme al presidente Roberto Occhiuto».
Consonanza sul funzionamento dello Stato, mica su noccioline, è quella tra i due presidenti del centrodestra calabrese.
«Ma attenzione – chiosa Mancuso- a non confonderla, come qualcuno maliziosamente fa, con un atteggiamento prono. Io e Roberto guardiamo alla Calabria dalla prospettiva del centrodestra, poi però lui governa e io guido l’assemblea legislativa in una maniera tale che essa possa produrre buone leggi, e stimolare allo stesso tempo l’azione dell’esecutivo». Altrettanto nette le considerazioni di Mancuso sul rinnovo dell’Ufficio di presidenza del consiglio regionale e, in particolare, sulle polemiche in ordine alla mancata rappresentanza del Partito Democratico in alcune commissioni consiliari «il capogruppo del Pd Bevacqua dovrebbe fare pace con se stesso».
(redazione@corrierecal.it)
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