LAMEZIA TERME Tutto è iniziato da una denuncia, presentata presso gli uffici della Squadra Mobile della Questura di Catanzaro, da un imprenditore il 4 settembre 2023. L’uomo, visibilmente intimorito, è titolare un’attività di ristorazione a Cutro, nel Crotonese e racconta ai poliziotti di due episodi accadutigli nell’ultima settimana, nei quali era stato avvicinato, con chiare finalità estorsive. È da qui che gli inquirenti della Dda di Catanzaro, con i sostituti Paolo Sirleo e Domenico Guarascio, hanno ricostruito l’inchiesta che, questa mattina, ha portato all’arresto di cinque persone: Giuseppe Ciampà, 42 anni, Salvatore Ciampà, 36 anni, Francesco Martino, 27 anni, Salvatore Martino, 30 anni e, infine, Carmine Muto, di 39 anni, su richiesta firmata dal gip, Arianna Roccia.
Nella sua denuncia la vittima indica tre soggetti, tutti già gravati da numerosi precedenti penali e di polizia, poi identificati in Carmine Muto e nei cugini Salvatore e Giuseppe Ciampà. Secondo il racconto, il 28 agosto 2023 l’uomo avrebbe ricevuto una telefonata sulla sua utenza da parte di suo cugino il quale, con tono nervoso, gli racconta di essere stato avvicinato da due soggetti che volevano incontrarlo. «Una volta giunto sul posto» dice la vittima nella denuncia «ho notato mio cugino in compagnia di due uomini che ho poi riconosciuto in Salvatore Ciampà e Giuseppe Ciampà, due cugini entrambi di Cutro». Due soggetti già noti alle forze dell’ordine e con un passato criminale di rilievo. Salvatore Ciampà, infatti, a Cutro è noto come “U Liune” mentre Giuseppe Ciampà è stato scarcerato da qualche mese dopo una condanna legata a un omicidio avvenuto a Cutro.
Ma il racconto della vittima è ancora più inquietante. «Giuseppe dopo avermi chiesto se ricordavo chi fosse, mi ha fatto lasciare il mio telefono cellulare lontano. Nel frattempo, io avevo già fatto allontanare mio cugino per proseguire il dialogo con i due uomini da soli. Ho poggiato quindi il telefono in lontananza e, a quel punto, i due, esprimendosi in lingua dialettale, mi hanno detto: “(…) siccome stiamo andando Cutro e tutte le attività commerciali sono disposte a darci qualcosa, quindi pure voi, siccome sono uscito dal carcere, voi sapete la mia situazione, ci vuole un pensiero da parte vostra…». E ancora: «Lo sapete cosa è il pensiero, lo sapete!» e «(…) almeno due volte l’anno, d’estate e a Natale qualcosa la dovete dare…». I due, poi, spiegano alla vittima che a ritirare il “regalo” sarebbe passato un terzo soggetto «riferendosi – spiega la vittima alla Polizia – chiaramente a Carmine Muto, un loro cugino acquisito, fratello del pentito Salvatore Muto».
Così come ha raccontato ancora la vittima agli agenti, il 4 settembre 2023, giorno della denuncia, aveva notato fuori dall’attività commerciale un Suv Mercedes di colore bianco con a bordo proprio Carmine Muto. La vittima avrebbe poi raggiunto la propria auto – con un certo timore – intenzionato a recarsi a Catanzaro per sporgere regolare denuncia di quanto accaduto. Ed è in quel momento che Muto lo raggiunge, parlandogli in dialetto. «Cchi nova?» «Tu lo sai che cosa! Cchi c’ai e dire?» chiede Muto. La vittima – racconta agli agenti – di aver risposto in modo vago, indisponendo Muto che, «con fare arrogante e gesticolando con le mani si limitava a dire “va buono, va buono…” per poi allontanarsi».
Nel corso della denuncia la vittima spiega che altri commercianti erano stati avvicinati da Giuseppe Ciampà con le medesime modalità e con fare ancora più minaccioso. «…è stato questo commerciante a confidarmi di aver ricevuto delle richieste di denaro e minacce da parte di Ciampà e che, anche in quella circostanza, poi Carmine Muto si era recato da lui per avere informazioni in merito e riscuotere il denaro richiesto». (g.curcio@corrierecal.it)
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