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La ‘ndrangheta in Messico, la “benedizione” del Chapo e il patto con il cartello di Jalisco

Il signore della droga considerava i calabresi «affidabili». Il narcomercato attivato dalla domanda di cocaina proveniente dall’Europa

Pubblicato il: 14/02/2024 – 7:00
di Fabio Benincasa
La ‘ndrangheta in Messico, la “benedizione” del Chapo e il patto con il cartello di Jalisco

COSENZA «La ‘ndrangheta alleata col Primeiro comando da Capital, una delle più pericolose organizzazioni criminali brasiliane, il Primeiro si allea con il cartello di Sinaloa, le mafie albanesi vanno in Ecuador per gestire il narcotraffico per conto magari del cartello messicano di Jalisco». Sono scenari criminali globali quelli illustrati da Vittorio Rizzi, vicecapo vicario della polizia di Stato. Analizzare i mutamenti delle organizzazioni mafiose è un passaggio necessario per le indagini. Recentemente, dopo anni di monitoraggio di reti, leader e presunti associati dei gruppi dediti al narcotraffico, la Direzione investigativa antimafia ha pubblicato un rapporto dove conferma la capacità della ‘ndrangheta di allargare i propri orizzonti verso il continente americano, stabilendo un legame con uno dei cartelli più pericolosi del Messico: il Jalisco New Generation Cartel. Quello con il Messico è un rapporto solido sin dai tempi del Chapo Guzman, che «considera i calabresi affidabili perché hanno una grande durezza, più dei colombiani o dei peruviani». Le parole sono del procuratore di Napoli, Nicola Gratteri.
«Ho visto – ha aggiunto l’ex procuratore della Dda di Catanzaro – anche la popolazione inneggiare al terrorismo messicano, perché lì i terroristi, che sono al contempo narcotrafficanti, costruiscono scuole, ospedali, strade, si sostituiscono allo Stato e quindi creano consenso. Negli ultimi anni abbiamo notato che le organizzazioni criminali terroristiche messicane somigliano sempre più alla ‘ndrangheta. Mentre prima i cartelli messicani s’interessavano solo all’acquisto e alla distribuzione della cocaina all’ingrosso, oggi le organizzazioni messicane hanno mutuato dalla ’ndrangheta il controllo del territorio. Incidono e interferiscono insomma sugli scambi commerciali, sull’economia, sul potere e anche sulla politica e sul sistema elettorale». Una mafia quella calabrese che fa scuola, e stringe alleanze diventando sempre più globale.

Il cartello messicano

Secondo la DEA, l’agenzia federale antidroga statunitense, l’avanzata del cartello Jalisco New Generation è iniziata nel 2011 a seguito del sequestro dei territori di Michoacán e Veracruz. Sul punto Javier Olea, professore e ricercatore presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Unam ed esperto di Sicurezza Nazionale, sostiene che il cartello si sia rafforzato unendosi a membri dei Cavalieri Templari o La Familia Michoacana. Il gruppo criminale che farebbe affari con la ‘ndrangheta è specializzato nella produzione e nel traffico di droghe sintetiche ma è dedito allo spaccio di eroinamarijuana e cocaina. Insomma un hub di stupefacenti che ovviamente interessa alla criminalità organizzata calabrese, che ha nella droga il suo core business di riferimento.

I rapporti con i calabresi

Il Messico preferisce la `ndrangheta a Cosa nostra. Ma i rapporti tra narcos e le cosche calabresi sono ormai documentati da tempo da inchieste e relazioni dell`Antimafia. A questi legami è dedicato un ampio capitolo del dossier di Libera dal titolo “Messico. La guerra invisibile. Storie, cifre e affari dei cartelli criminali dei narcotrafficanti”.
Nel rapporto presentato 12 anni fa, era già attiva la join venture tra la mala calabrese e i gruppi criminali messicani. In particolar modo con uno dei principali cartelli: Los Zetas. Come scrive Lucia Capuzzi, giornalista di Avvenire e profonda conoscitrice delle questioni messicane. «La ‘ndrangheta domina ormai il mercato della polvere bianca in Europa». Capuzzi è autrice di “Coca rosso sangue” un reportage che racconta la sanguinosa guerra in Messico tra lo Stato e i cartelli della droga e i suoi legami con l’Italia, attraverso il principale «partner commerciale» ovvero la ‘ndrangheta.
I narcos «fanno affari con la ‘ndrangheta, la quale poi reinveste i guadagni di questi traffici in attività dell’economia lecita. Ma è la domanda di cocaina che arriva dall’Europa ciò che attiva il narcomercato messicano». Rainer Kasecker, poliziotto tedesco esperto di criminalità organizzata e narcotraffico, sostiene a proposito del narcotraffico: «Possiamo inventare tecniche sempre più sofisticate per individuare e bloccare i carichi. Finché ci sarà la domanda, però, non riusciremo mai a fermare il flusso».
(f.benincasa@corrierecal.it)

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