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Tonnellate di rifiuti nel Valanidi, Parretta: «Disastro ambientale, servono maggiori controlli»

Legambiente si costituirà parte civile. La presidente regionale: «La Calabria quinta in Italia per reati ambientali. Una situazione grave»

Pubblicato il: 14/02/2024 – 18:27
di Mariateresa Ripolo
Tonnellate di rifiuti nel Valanidi, Parretta: «Disastro ambientale, servono maggiori controlli»

REGGIO CALABRIA «Legambiente si costituirà parte civile per dare risposte relativamente a quella che è stata una grande devastazione ambientale verificatasi a carico di tutti i cittadini di Reggio Calabria, dintorni e in generale dell’ambiente». Così la presidente di Legambiente Calabria Anna Parretta ai microfoni del Corriere della Calabria sull’indagine coordinata dalla Dda di Reggio Calabria sullo sversamento all’interno del greto del torrente Valanidi di ingenti quantitativi di rifiuti speciali: materiale inerte e relativi residui fangosi, scarti da cantieri edili e demolizione. Un pericolo per l’ambiente e per 83 famiglie, una perizia tecnica ha infatti certificato la compromissione della morfologia naturale del sito e l’incremento della possibilità di esondazione, l’aumento del rischio igienico sanitario, la deturpazione dell’area e danni agli habitat fluviali. L’esondazione del torrente aveva già causato nel 1953 la morte di 44 persone tra la popolazione locale.

La Calabria quinta in Italia per reati ambientali

«Cinquemila tonnellate di rifiuti speciali sversati nel fiume costituiscono una problematica enorme che deve essere affrontata e non può essere ripetuta. È necessaria più prevenzione e più controllo sul territorio. Noi, attraverso la nostra costituzione di parte civile chiederemo che vengano puniti i responsabili di questi gravissimi reati, punizione che è resa possibile anche grazie alla legge sugli ecoreati, la legge 68 del 2015, che ha introdotto reati come disastro ambientale e inquinamento ambientale all’interno del Codice penale e che Legambiente ha fortemente voluto». Quella dei relativa ai reati ambientali in Calabria è una situazione grave, ha aggiunto Parretta, che ha spiegato: «L’ultimo rapporto Ecomafia riferito ai dati 2022 disegna una situazione nella quale la Calabria è quinta in questa classifica negativa a livello nazionale. Siamo quinti sia per quanto riguarda il ciclo del cemento sia per quanto riguarda il ciclo illegale dei rifiuti. Bisogna agire soprattutto in un’ottica di prevenzione affinché reati di questo genere non si verifichino più». (m.ripolo@corrierecal.it)

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