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l’inchiesta

Le tariffe per “acquistare” cellulari e sim nel carcere di Catanzaro. Un detenuto effettua anche videochiamate

Da 300 a 150 euro per un telefono. Le sim costano 40 euro. Qualcuno contatta l’esterno con uno smartphone

Pubblicato il: 15/02/2024 – 13:45
di Fabio Benincasa
Le tariffe per “acquistare” cellulari e sim nel carcere di Catanzaro. Un detenuto effettua anche videochiamate

CATANZARO Gite fuori porta, “permessi, droga e anche cellulari. La detenzione di alcuni detenuti del carcere di Catanzaro sarebbe stata resa meno dura da una serie di concessioni ottenute dagli stessi grazie alla presunta complicità dell’ex direttrice, Angela Paravati (finita in carcere). E’ quanto emerso dall’indagine condotta dalla Dda di Catanzaro che ha disvelato un vero e proprio sistema anarchico all’interno dell’istituto penitenziario.

Le tariffe per l’acquisto di un cellulare e i versamenti PostePay

Alcuni indagati avrebbero procurato ai detenuti cellulari utili a comunicare con l’esterno. Gli apparecchi telefonici ovviamente avevano un costo come emerso dalla intercettazione di un detenuto che chiede «alla sorella di anticipargli la somma necessaria per l’acquisto di un cellulare, spiegandole che le avrebbe mandato — tramite sms — i dati necessari per effettuare il pagamento, mediante versamento su PostePay». La somma versata, nel caso specifico, ammonta a 350 euro. In un altro caso, il cellulare sarebbe costato 200 euro. «Dipende dai modelli» ovviamente, ma con un minino sforzo economico – 150 euro – si può ottenere lo strumento necessario a non interrompere i rapporti con l’esterno. Nel corso di un’attività di perquisizione effettuata all’interno della sezione detentiva, dove erano detenuti due soggetti, viene «rinvenuto un telefono cellulare e della sostanza stupefacente. Tra gli sms intercettati da chi indaga, non ci sono solo contenuti legati alla commissione di reati ma anche frasi d’amore «ok amore mio ti amo tantissimo».

Il procacciatore di Sim

I soli telefoni non bastano, per conversare e inviare sms servono delle sim e anche quelle hanno un costo. Decisamente diverso rispetto a quelle che abitualmente si acquistano nei punti vendita. C’è un episodio che finisce nell’inchiesta e che vede protagonista Pierpaolo  Tormento, arrestato al termine dell’inchiesta odierna. Lo stesso, spiega alla moglie di un detenuto, di essere in possesso di una sim il cui costa ammonta a 40 euro e rassicurando «la donna che non sarebbe stata coinvolta in alcun modo, essendo le sim card intestate a terze persone». «Mo ci mando un messaggio e vediamo se me la fa fare, si prende 40 euro capito? Però capi, tu non centri niente sono intestate proprio a un’altra persona», dice Tormento. Chi indaga capta una conversazione di un detenuto che spiega «alla moglie di aver fatto acquisire l’apparato a un suo compagno di stanza e che, non appena avrebbe avuto sufficiente disponibilità economica, avrebbe proceduto all’acquisto di un cellulare personale». C’è anche chi, sempre al telefono, viene redarguito per i troppi danari richiesti. E’ il caso di un detenuto bacchettato dal padre che «lamenta l’eccessiva quantità di denaro richiesta specificando di versargli la somma di 1.000 euro al mese e chiedendogli se la utilizzasse per acquistare sostanza stupefacente».

Le videochiamate

E’ il 2021 quando un detenuto «dialoga con il fratello detenuto ad Augusta e gli riferisce di essere in possesso di uno smartphone, che utilizzava all’interno dell’istituto penitenziario». Il galeotto non si accontenta di utilizzare un vecchio cellulare, ma pretende di poter effettuare delle videochiamate. Nella stessa giornata, il detenuto dialoga con il cugino, che «gli manifestava l’intenzione di introdurre all’interno del carcere, per il tramite di una guardia, un’arma», aggiungendo: «lo faccio sparare in testa».
(f.benincasa@corrierecal.it)

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