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il confronto a distanza

Pontecagnano versus Reggio Calabria

Sanità, trasporti, fondi di coesione. I due governatori, De Luca e Occhiuto, si giocano la battaglia del protagonismo politico del Mezzogiorno

Pubblicato il: 15/02/2024 – 6:36
di Lucia Serino
Pontecagnano versus Reggio Calabria

NAPOLI La questione anagrafica fino a un certo punto. Sicuramente è un vantaggio avere quasi tre lustri in meno e quindi davanti, conta il dna politico, l’astuzia non manca a nessuno dei due, ineguagliabile la struttura intellettuale di Vincenzo De Luca (google lo dovrebbe pagare per come ci costringe a consultarlo ogni volta che parla, ricordate i cavalli di Frisia?), rapidissima ma non sorprendente la corsa politica di Roberto Occhiuto, spiazzante e popolarissimo il primo, reattivo con eleganza il secondo, stretto e aitante nella camicia bianca che Lombroso ma quante sciocchezze hai scritto? Due regioni diversissime, la Campania e la Calabria, una stessa battaglia per la leaderhsip del Mezzogiorno che non si ferma, però, a Teana. Com’è lontana Napoli da Reggio Calabria, ma quanto è corta la distanza tra lo Stretto e Roma in questo momento. Sono troppe le coincidenze temporali tra le cose che succedono a palazzo Santa Lucia e quelle che si inseguono o si anticipano a palazzo Campanella.
La partita politica sul protagonismo del Mezzogiorno (ne abbiamo già parlato qui) ha due soli volti in questo momento, Il governatorissimo della Campania, Vincenzo De Luca, e il rampantissimo collega calabrese, Roberto Occhiuto. Negli ultimi 20 anni, tranne forse la parentesi di Agazio Loiero che conquistò il dibattito nazionale proprio sulla battaglia ante litteram dell’autonomia differenziata e a parte la vicenda incompiuta di Jole Santelli, la Calabria non era mai riuscita a stare sulla scena nazionale con la forza che invece sembra mostrare in queste settimane con l’ultimo inquilino della Cittadella, che ha già dichiarato, però, di non volerci rimanere mentre l’altro corre per il terzo mandato, con il benestare della Lega. Se le sono dette, i due, nelle ultime settimane a distanza, puntigliosi ma mai offensivi. Non conviene né a l’uno né all’altro. Ma chi poteva mai immaginare che un ex Udc andasse a pescare nei miti fondativi di un ex comunista e chiamasse truppe di medici cubani per rafforzare la disastrata sanità calabrese. L’altro, che è riuscito a de-comissariare la sanità campana, in uno dei suoi imperdibili appuntamenti del venerdì dopo pranzo, una volta l’ha sbeffeggiato proprio su questo. Occhiuto ha aspettato di venire a Napoli, alla convention di Forza Italia, per sferrargli un colpo sui rapporti istituzionali col governo, no ai masanielli, gli ha detto. In estate si decolla dall’aeroporto di Pontecagnano, ma anche a Reggio Calabria la pista si è affollata. In questa settimana, poi, c’è in gioco la madre di tutte le battaglie, quella sui fondi di coesione. Venerdì, proprio il giorno dell’adunata degli amministratori del Sud a Roma mobilitata da De Luca, la presidente del Consiglio ha trovato non solo il modo per non essere a palazzo Chigi ma a De Luca gli ha anche indebolito (o forse rafforzato, chissà, staremo a vedere come in una entusiasmante serie Netflix) anche il pretesto della battaglia politica. Andrà a firmare il piano di coesione con Occhiuto, portandosi dietro il “cosiddetto” ministro Fitto, condannato ormai, come il collega Sangiuliano, per la postura fonetica e la creatività immaginifica che De Luca mette nei suoi appellativi, ad essere mentalmente sbertucciati per il marchio che si portano dietro. Tutto sommato essere chiamati delinquenti politici è meno grave, per uno che si sente l’erede di Prezzolini, essere chiamato ministro delle cerimonie o parcheggiatore abusivo. La partita, in realtà, è tutta politica e molto seria, per quanto divertente. Il Governo avrebbe potuto firmare il patto di coesione con la Basilicata, ad esempio, per rafforzare il governatore forzista che è in campagna elettorale per una riconferma. Invece ha scelto Occhiuto, che tra l’altro ha un peso parlamentare di non poco conto, presentissimo comunicativamente sulle reti Mediaset e non solo (ma l’altro ha scoperto trent’anni fa quella che oggi si chiama comunicazione con mezzi owned) perché evidentemente il governatore della Calabria ha un peso politico che sta lievitando in Forza Italia e rappresenta un Mezzogiorno che, all’interno della coalizione di Governo, riesce a trasformare a proprio vantaggio i nodi politici che riguardano il Sud. Sull’adunata di venerdì a Roma non sappiamo se sia stato De Luca a forzare la mano con Occhiuto quando ha annunciato la presenza del collega calabrese o se è stato quest’ultimo, furbo come una volpe, a rassicurarlo prima e a smentirlo un attimo dopo.
E’ una bella partita, diciamo, e la sensazione è che questo girone Sud spalanchi a entrambi l’ingresso in campo per la partita nazionale.
(redazione@corrierecal.it)

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