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L’appello

Monsignor Savino: «La ‘ndrangheta devasta il territorio, non basta l’indignazione»

Il vescovo, ospite di Buongiorno Regione, ricorda Cocò e la scomunica di Papa Francesco: «Quando viene ucciso un bambino l’umanità muore»

Pubblicato il: 16/02/2024 – 12:32
Monsignor Savino: «La ‘ndrangheta devasta il territorio, non basta l’indignazione»

CASSANO ALLO IONIO «Domani saremo tutti insieme per dire no a una ‘ndrangheta che vuole servirsi del nostro territorio». Monsignor Francesco Savino, ospite di Buongiorno Regione, parla della manifestazione, organizzata da Libera, che si terrà domani a Cassano allo Ionio a partire dalle ore 10, chiamando a raccolta «cittadini e cittadine, giovani e adulti, per dire che noi non ci arrendiamo alla criminalità organizzata». Dure le parole di Savino contro la ‘ndrangheta: «Per amore del mio popolo io non posso tacere, qui c’è una realtà con tutte le sue devastazioni e tutte le sue legalità». Un esempio, di cui si parla poco, è «l’usura drammatica che strozzina un sacco di persone, la strada più strategica per lavare via lo sporco». Ma anche «il traffico d’armi e di sostanze stupefacenti», tutto contornato da «una mancanza di libertà dovuta alla paura della gente». Da questa terra, impoverita dalla ‘ndrangheta, «i giovani stanno andando via, costretti dalla mancanza di lavoro». A quei pochi che restano «viene proposto l’alternativa di un lavoro sporco, al posto di uno onesto e pulito».

Domani presente anche don Luigi Ciotti

Alla manifestazione di domani sarà presente anche il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti. «Sappiamo la sua storia, il suo impegno e cos’è Libera non solo in Italia, ma anche in Europa e nel mondo. Il tentativo di mettere insieme associazioni, uomini e donne per opporci alla ‘ndrangheta». Dieci anni fa proprio a Cassano il tremendo omicidio del piccolo Cocò Campolongo. «Quando viene ucciso un bambino l’umanità muore, la ragione non esiste più, viene raschiato il fondo di una criminalità che non guarda in faccia i bambini». Dopo l’omicidio, la scomunica dei mafiosi da parte di Papa Francesco. «Chi adora il male è fuori da ogni esperienza religiosa. Gli ‘ndranghetisti spesso tentano di legittimarsi tramite la religione, ma appartenere alle mafie significa contraddire i valori cristiani». Domani alla manifestazione «faremo capire che non ci arrendiamo a due virus come l’individualismo e il fatalismo, per combattere il sistema malavitoso dobbiamo muoversi tutti insieme. Dobbiamo tutti impegnarsi, non basta l’indignazione». (redazione@corrierecal.it)

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