CASSANO ALLO IONIO «Oggi c’è un problema: in Italia, nella mente delle persone, le mafie stanno passando da essere crimine organizzato a crimine normalizzato». Da Cassano allo Ionio, dove si sta tenendo la manifestazione di Libera contro la ‘ndrangheta, alla presenza annunciata di poco più di 2mila persone, don Luigi Ciotti lancia l’allarme e pone l’attenzione sul rischio di sottovalutare mafie che «invece oggi sono anche più forti di prima». «Anche se sparano di meno o usano meno la violenza le mafie ci sono e vanno avanti con i loro affari e le loro strategie».
Don Luigi ricorda, a 10 anni dal suo omicidio, il piccolo Cocò Campolongo. «Siamo qui perché vogliamo ricordare lui e tutti gli altri bambini vittime della violenza mafiosa». Don Ciotti riserva un pensiero anche per «tutti i bambini del mondo che vengono uccisi e perdono la vita nei conflitti». «Le mafie uccidono donne e bambini, non si fermano davanti a nulla per portare avanti le loro strategie e i loro affari». La risposta deve essere «collettiva. Magistratura e forze dell’ordine fanno il loro lavoro, ma non può essere sufficiente “delegare”. La malattia più grande è quella della delega. Invece c’è un senso di responsabilità che ci chiama all’impegno collettivo». Le forze dell’ordine «vanno aiutate, non si può essere cittadini a intermittenza». (Ma.Ru.)
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