COSENZA Le dure parole di Antonio Decaro nei confronti del progetto di autonomia differenziata, vengono riprese dai relatori che partecipano al convengo organizzato a Cosenza dall’amministrazione guidata da Franz Caruso.
Nicola Irto è l’unico senatore calabrese ad aver votato contro il Dl Calderoli. «L’abbiamo fatto come gruppo del Partito Democratico, l’hanno fatto tutte le opposizioni, è un provvedimento inaccettabile, divide l’Italia. Noi l’abbiamo richiamato «Spacca Italia», ma soprattutto è inaccettabile che ci siano parlamentari calabresi che abbiano votato a favore». «Questo è un provvedimento voluto dalla Lega con un baratto politico con Fratelli d’Italia e con la Meloni – attacca Irto – un baratto politico di Governo su altri provvedimenti, penso al premierato». E sui Lep, il senatore dem è lapidario. «Non c’è un euro di risorse per i Livelli essenziali delle prestazioni, non c’è una perequazione infrastrutturale, non c’è un investimento nel Mezzogiorno e anche la venuta della Meloni in Calabria è stata senza alcuna risposta nel merito».
«Io sono stato contrario alla modifica del titolo quinto della Costituzione nel 2001, sono fortemente contrario a questo disegno di legge, perché mina l’unità del Paese, viola quel principio di unicità e indivisibilità dell’Italia, sancito dall’articolo 5 della Costituzione, per cui dobbiamo tutti quanti insieme prendere coscienza che questa battaglia non è solo a difesa del Sud, non è solo a difesa della Calabria, ma a difesa dell’unità del Paese», sostiene Franz Caruso. Il sindaco di Cosenza parla di «lotta» e si associa alla manifestazione di De Luca e dei suoi omologhi a Roma. «Ha avuto un grande successo e alla dovranno seguirne delle altre».
Monsignor Giovanni Checchinato è un vescovo militante. Sale sui palchi e difende gli operai, scende in piazza a sostegno della protesta degli agricoltori e ora partecipa attivamente alle iniziative per dire no all’autonomia differenzia. «L’idea dell’autonomia differenziata penso che ad un cristiano, alla chiesa stia un po’ stretta. Il problema vero è che in una famiglia chi dà il passo sono gli ultimi, sono i più piccoli, e allora questa legge mi pare che non promuova i più svantaggiati ma solo i primi della classe».
(f.benincasa@corrierecal.it)
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