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Decaro a Cosenza: «La mia parte politica ha sbagliato nel 2001 a votare la riforma del Titolo V»

Il presidente nazionale di Anci è durissimo. «Vogliamo capire se riusciremo a trovare i fondi per i Lep, i servizi e i diritti devono essere uguali»

Pubblicato il: 17/02/2024 – 11:49
di Fabio Benincasa
Decaro a Cosenza: «La mia parte politica ha sbagliato nel 2001 a votare la riforma del Titolo V»

COSENZA «Spacca Italia», «progetto sciagurato della Lega», «la secessione dei ricchi». Sono alcune delle dichiarazioni rese dai protagonisti della manifestazione organizzata a Cosenza e che ha coinvolto senatori, parlamentari, unna cinquantina di sindaci calabresi e il presidente nazionale di Anci, Antonio Decaro. Franz Caruso, sindaco di Cosenza, apre il dibattito ribadendo – ancora una volta – di «essere sempre stato contrario alla riforma del Titolo V» e di conseguenza anche al Dl Calderoli «anche in caso del finanziamento – impossibile – dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni». Che resta il nodo più importante dell’autonomia differenziata, «il finanziamento resta necessario a garantire a tutte le Regioni le medesime opportunità». «Siamo preoccupati rispetto all’organizzazione che si dovranno dare le regioni nel gestire 26 materie e quasi 500 attività, che sono attività gestionali, non solo legislative, attività di pianificazione e programmazione. Corriamo il rischio di aumentare conflitti, questioni burocratiche, rallentamenti, procedure», dice Decaro ai nostri microfoni. Al convegno, ospitato nel teatro Rendano, partecipano anche il Vescovo di Cosenza, mons. Giovanni Checchinato e Adriano Giannola, presidente Svimez (in collegamento), il senatore del Pd Nicola Irto e segretario regionale dem. La sala strapiena ascolta le parole dei relatori, scandendo gli interventi con applausi e segni di approvazione. Soprattutto quando si richiama, in più occasioni, il richiamo al referendum che possa consentire agli Italiani di decidere se accettare o meno il Dl Calderoli.

«Vogliamo capire quante risorse servono»

«La mia parte politica ha sbagliato nel 2001 a votare la riforma del Titolo V per inseguire il federalismo della Lega». E’ durissimo Antonio Decaro nel chiudere, con il suo intervento, il convegno organizzato nella città dei bruzi. Il nodo, tuttavia restano i danari. «Vogliamo capire quante risorse servono e da dove arrivano, se riusciremo mai a trovare i fondi per finanziare i livelli delle prestazioni perché la Costituzione dice che i servizi e i diritti devono essere uguali, indipendentemente dal luogo dove nasci o dal luogo dove decidi di andare e già oggi – che non abbiamo superato la spesa storica – questo non accade», affonda Decaro. Che poi aggiunge: «L’autonomia differenziata può ulteriormente frammentare il Paese che può diventare classista con una gerarchizzazione territoriale che abbandona il Sud al proprio destino e rischiamo di far diventare più poveri quelli che sono già poveri». Decaro, primo cittadino di Bari, rivendica anche il ruolo dei sindaci in quella che definisce una «battaglia». «Abbiamo dimostrato che siamo l’unico comparto di questo paese che quelle risorse le sta spendendo. Sono 230.000 gare del Pnrr su 35 miliardi assegnati direttamente ai comuni, 32,5 sono già andati in gara, 12 miliardi e mezzo sono già stati assegnati. Io non credo ci sia un ministero o un’agenzia dello Stato che abbia fatto le stesse cose». E le regioni? «Non hanno superato la spesa storica». Infine, la chiosa sulla “marcia” di Vincenzo De Luca e i tanti sindaci campani a Roma dinanzi al ministero. «La manifestazione è importante. I sindaci manifestano così come i sindaci accolgono i cittadini che manifestano all’interno delle proprie città. I sindaci non hanno mai fatto male a nessuno. Quando protestano al massimo possono lasciare la fascia tricolore per terra».
(f.benincasa@corrierecal.it)

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