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Da Cassano allo Ionio a Cutro, «la libertà è più forte della tracotanza del potere»

Nel giorno della condanna al rogo di Giordano Bruno, in 4.000 scendono in piazza contro la ‘ndrangheta

Pubblicato il: 19/02/2024 – 11:10
di Giancarlo Costabile
Da Cassano allo Ionio a Cutro, «la libertà è più forte della tracotanza del potere»

COSENZA La libertà è più forte della tracotanza del potere. E questo è uno degli insegnamenti più significativi del filosofo Giordano Bruno, condannato come eretico e bruciato sul rogo il 17 febbraio del 1600 a Roma. E la Calabria ha vissuto lo scorso weekend, sabato 17 febbraio, una giornata intensa, storica, all’insegna dell’eresia nella declinazione nobile che ci ha restituito Luigi Ciotti e che è stata già più volte oggetto delle nostre riflessioni all’interno di “Lettera R“, cioè eresia come capacità di scelta. Eresia come ricerca scomoda di quelle verità in grado di attivare percorsi di cambiamento sociale, percorsi di trasformazione, percorsi di emancipazione. Essere eretici vuol dire combattere, contrastare la cultura dell’indifferenza e la cultura della subalternità. Quello che è successo sabato scorso, a Cassano allo Ionio e nel pomeriggio a Cutro. Andiamo però con ordine.

«Chi si tira indietro sarà giudicato dalla storia»

La mattina nel cuore della piana di Sibari il coordinamento regionale di Libera presieduto da Giuseppe Borrello aveva chiamato cittadini e cittadine di Cassano, studenti e studentesse, a manifestare contro il clima di violenza e intimidazione che si respira a quelle latitudini da troppo tempo e di cui hanno fatto le spese giornalisti e imprenditori impegnati a costruire il lavoro regolare in un territorio storicamente attraversato da importanti fenomeni criminali. Al corteo voluto da Libera, hanno partecipato oltre 3.000 persone guidate da figure da sempre nella trincea dell’educazione militante, come il Vescovo di Cassano allo Ionio, Monsignor Francesco Savino, anche vicepresidente della Cei, ed ancora un uomo che si è sempre battuto contro la cultura della violenza e della sopraffazione, Don Pino De Masi, referente di Libera per la Piana di Gioia Tauro e Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, che ha sfilato con gli studenti delle scuole e ha concluso con grande forza morale questa giornata storica per la Sibaritide.

Don Ciotti, dal palco, ha ricordato che non basta indignarsi ma occorre schierarsi, scendere in piazza, manifestare, dare prova concreta di appartenenza alla migliore Calabria. Dal palco, ha inoltre parlato di necessità di sconfiggere la violenza culturale ormai penetrata nel tessuto sociale ed ha concluso sostenendo di dover sconfiggere il virus della neutralità, cioè di quelle persone che non si vogliono mai mischiare, quelle che stanno alla finestra e restano a guardano. Da Ciotti a Savino, il messaggio resta il medesimo. Il vescovo di Cassano si è rivolto a coloro i quali non difendono la Calabria onesta, «chi si tira indietro sarà giudicato dalla storia, chi è credente sarà giudicato da Dio». Fino a quando saremo paralizzati dalla paura, finché non avremo la schiena dritta, saremo sudditi. E’ una sorta di staffetta, subito dopo don Luigi Ciotti ha concluso invitando i presenti a partecipare nel pomeriggio all’iniziativa organizzata dall’amministrazione locale, dopo l’inchiesta della scorsa settimana che ha colpito il tentativo di riorganizzazione delle locali cosche di ‘ndrangheta.

L’operazione della Dda di Catanzaro è stata resa possibile dalle denunce di diversi imprenditori del luogo che hanno scelto di non piegarsi al pizzo, di non piegarsi al racket delle estorsioni. Il Comune, con in testa il sindaco Ceraso, insieme a tante associazioni del posto hanno manifestato la loro vicinanza agli imprenditori che avevano sporto denuncia. Il clan Grande Aracri di Cutro ha dimostrato di poter allungare i tentacoli ben oltre i confini regionali, condizionando l’economia di importanti regioni del nord, come l’Emilia Romagna e la Lombardia. «Cutro non ha paura», ha urlato il sindaco Ceraso impegnato a rivolgere un messaggio ai suoi concittadini: «abbiate coraggio». L’ora del cambiamento, in Calabria, è scoccata. Tocca a tutti noi realizzare un grande processo collettivo di liberazione. I tremila di Cassano, i mille di Cutro, nel giorno di Giordano Bruno, nel giorno simbolo di un martire del libero pensiero, restituiscono speranza in futuro diverso da quello attuale.
(redazione@corrieredellacalabria.it)

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