CATANZARO «La sicurezza sui luoghi di lavoro non è un costo. La morte di un operaio a Castrovillari, a poche ore di distanza dalla tragedia di Firenze, è l’ennesima tragedia inaccettabile. C’è bisogno di aumentare il numero degli ispettori del lavoro, bisogna istituire una Procura nazionale e istituire il reato di omicidio sul lavoro. Mentre la nostra regione deve dotarsi della Commissione regionale sulla sicurezza e l’emersione del lavoro irregolare. Questo territorio deve fare da apripista nazionale in questa materia così delicata». E’ quanto afferma, in una nota, Santo Biondo, segretario generale dalla Uil Calabria. «La statistica dei lutti, anche in Calabria – aggiunge Biondo – è impressionante. L’Osservatorio nazionale di Bologna sui morti sul lavoro stima che, solo lo scorso anno, nella nostra regione sono morti 46 lavoratori, uno ogni 40 mila abitanti (leggi qui il nostro articolo), numero che sale a 86 se si prendono in considerazione anche quelli frutto di incidenti in itinere. Le cinque province calabresi, poi, non brillano nella tragica classifica dei decessi. Se Reggio Calabria si aggiudica la medaglia di bronzo dell’Osservatorio nazionale di Bologna con 7 morti, fanno peggio Catanzaro (medaglia di latta con 10 morti); Cosenza (22 morti ogni e medaglia di latta); Crotone (6 morti e medaglia di legno) e Vibo Valentia (6 morti e medaglia di legno)». «Questi numeri ci fanno capire – sostiene Biondo – che la situazione è particolarmente critica e peggiora sempre di più mentre il Governo fa orecchie da mercante davanti alle nostre richieste. Mentre cresce il ricorso ai contratti pirata, mentre si tagliano le ore di formazione e si rigettano le proposte di un aggravio delle pene con l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro e all’istituzione di una procura nazionale dedicata alla lotta di questo drammatico fenomeno, l’Ispettorato del lavoro attende che venga colmato il vuoto di oltre 1000 ispettori in pianta organi-ca e si realizzi la riforma sulla sicurezza sui luoghi di lavoro che giace nei cassetti del ministero da oltre 16 mesi. Una carenza che impedisce, di fatto, di intensificare i controlli sulla filiera degli appalti e di aumentare le ispezioni, di rendere sicuri i cantieri, di chiudere le porte a tutte quelle aziende che non rispettano i contratti e non fanno della legalità la stella polare della loro intrapresa».
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