ACQUAFORMOSA «Ritengo che l’arrivo dei tre medici cubani nella struttura sanitaria di Lungro sia un buon risultato ottenuto grazie al lavoro fatto in questi ultimi tempi con tutte le istituzioni interessate. L’arrivo dei medici cubani anche a Lungro è un segnale forte, ma deve essere considerato solo come un nuovo punto di partenza e non assolutamente come punto d’arrivo». A sostenerlo, nel commentare l’assegnazione all’ex ospedale di Lungro, oggi Casa della Salute, di tre medici cubani che prenderanno servizio da lunedì prossimo, 26 febbraio, è il sindaco del comune di Acquaformosa, Gennaro Capparelli.
Per il primo cittadino del piccolo borgo arbëresh «l’arrivo dei tre medici cubani deve essere uno stimolo che deve spingerci – dichiara – a continuare con le battaglie portate avanti finora per ottenere dei risultati sicuramente più importanti per tutto il territorio che gravita intorno al nosocomio arbëresh. La struttura sanitaria – rimarca, infatti, il sindaco di Acquaformosa – ha sì sede a Lungro, ma appartiene a tutto il territorio limitrofo e a tutte le comunità del circondario e solo coinvolgendo amministrazioni, territori e comunità si può pensare di raggiungere obiettivi importanti che altrimenti rimarrebbero pura utopia».
Gennaro Capparelli, poi, nel plaudire e ringraziare gli organizzatori dell’iniziativa spontanea della raccolta di firme a sostegno della struttura sanitaria lungrese, tiene a sottolineare che, «qualora il Parlamento dovesse malauguratamente approvare il ddl Calderoli (cioè il decreto Spacca Italia, la cosiddetta Autonomia Differenziata), tutta la sanità calabrese subirebbe un colpo mortale e, soprattutto, non tollerabile in quanto lo sfascio della nostra sanità – conclude Gennaro Capparelli, primo cittadino del piccolo borgo arbëresh di Acquaformosa – è colpa e responsabilità dei governi romani che hanno inviato, negli anni, commissari incapaci che hanno aggravato ancor più la situazione debitoria pregressa».
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