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storie di polvere bianca

Gioia Tauro, il sequestro di 800 pacchi di cocaina raccontato dall’ex narcos Imperiale

Interrogato dalla Dda reggina, il “boss dei Van Gogh” riferisce: «I carichi da 800 e 1000 sono quasi tutti nostri»

Pubblicato il: 21/02/2024 – 19:08
di Fabio Benincasa
Gioia Tauro, il sequestro di 800 pacchi di cocaina raccontato dall’ex narcos Imperiale

REGGIO CALABRIA Due narcos vengono intercettati, mentre discutono via chat di un carico di cocaina riferibile alla loro organizzazione. Si tratta di Bartolo Bruzzaniti e Raffaele Imperiale, il primo è calabrese mentre il secondo è campano ed oggi pentito. Il loro colloquio viene captato nel corso delle indagini della Dda Reggina che ha scoperto una presunta organizzazione criminale dedita al narcotraffico internazionale. I due sono preoccupati, perché alcuni recenti sequestri hanno minato il traffico di droga e reso meno facile l’accesso della polvere bianca al porto di Gioia Tauro. C’è un passaggio, che chi indaga giudica estremamente significativo «è costato 800 pacchi» riferito all’attività delle forze dell’ordine impegnate in un maxi sequestro di droga.

Il canale corruttivo della dogana

Da quanto emerso, Bartolo Bruzzaniti «si stava attivando per garantire all’organizzazione la possibilità di poter operare le proprie importazioni (ne abbiamo parlato qui) anche quando sui container era presente un blocco doganale». L’obiettivo era chiaro: garantire un livello di infiltrazione all’interno dello scalo portuale superiore a quello di cui avevano potuto godere fino a quel momento, per intervenire sulle liste di blocco doganale.
E Bruzzantiti aveva «dato mandato a persone di sua fiducia, suoi referenti sul porto di Gioia Tauro, affinché intraprendessero un’attività corruttiva». Perché come sottolinea il narcotrafficante: «Ognuno a suo prezzo». Non solo. Lo stesso narcos anticipa un suo arrivo in Calabria «per parlare a con i suoi sodali sul posto, i quali ad ogni modo avevano già dato qualche garanzia ». I magistrati della Distrettuale ritengono che «solo il canale corruttivo della Dogana poteva assicurare loro l’importazione».

L’interrogatorio di Imperiale

Sono le parole di Raffaele Imperiale, conosciuto come il “boss dei Van Gogh”, a consentire ai magistrati reggini di ricevere ulteriori informazioni sul traffico di droga. Dopo aver intrapreso un percorso di collaborazione con la giustizia, Imperiale viene sottoposto ad interrogatorio il 23 gennaio 2023. Ad una espressa domanda sul carico di stupefacente, l’ex narcos risponde di non essere in grado di fornire indicazioni precise. «Potrebbe…gli 800 sono carichi quasi tutti… carichi di 800 e 1.000 erano quasi tutti nostri, non so il prodotto dentro perché non chiedevo, se ne occupava sempre “Pentagono”». Lo pseudonimo utilizzato si riferisce al referente internazionale di Imperiale. L’interrogatorio prosegue. «Va va bene dottore – Imperiale si rivolge al procuratore della Dda Giovanni Bombardieri – per esempio gli 800 persi a Napoli io non so la merce che c’era nel container… so di avere perso 800… so che è stata gestita da noi, so che è stata caricata da noi… non so la merce che è stata contaminata… o il container che merce trasportava… container da me contaminato…». «Ricordo anche di un’altra perdita, ne ho parlato anche con la Procura napoletana, di 800 chili, che fu fatto un errore che io misi in contatto direttamente “Pentagono” e Bruzzaniti. Essendo che ero molto occupato, e poi mi fidavo di “Pentagono”, mi fidavo di Bruzzaniti, ho detto “Guarda, sentitevi tra di voi”. Loro parlavano francese nelle chat, perché questo ragazzo è di origine belga e parla un ottimo francese, e Bruzzaniti parla un mediocre francese, essendo che vive lì in Costa D’Avorio». La narrazione di Imperiale si arricchisce di dettagli. «Disse a “Pentagono” di caricare un container transito (…) lo vedeva come un transito, perché faceva Gioia Tauro – destinazione finale Napoli. Vengono caricati 800 chili. A Gioia Tauro non riescono a ritirarli, perché il container era soggetto al controllo, ma in realtà il controllo non era su Gioia Tauro, ma il controllo finale su Napoli. Il container arriva a Gioia Tauro, passa i controlli o può darsi che la polizia stessa che lo lascia passare. Arriva a Napoli, ma non viene ritirata da noi la merce illecita, ma viene sequestrata… questo parliamo del 2020, più o meno l’estate del 2020». (f.benincasa@corrierecal.it)

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