CATANZARO Tempi sospetti, atti negati, la relazione sul progetto consegnata dopo solo 24 ore dall’atto negoziale tra la Società Stretto di Messina e il Consorzio Eurolink, l’aumento del valore dei costi dell’opera «ampiamente al di sopra del 50% e tutto ciò è avvenuto senza gara», e poi i dubbi dell’Anac, l’Autorità Anticorruzione, la mancata ottemperanza di numerose prescrizioni sul piano della sostenibilità, e poi alcune figure la cui presenza “sulla scena” suscita diversi interrogativi, come quella dell’ex ministro delle Infrastrutture Piero Lunardi. Sono solo alcuni degli elementi che i leader del centrosinistra Angelo Bonelli (Verdi), Elly Schlein (Pd) e Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) hanno elencato nell’esposto presentato alla Procura di Roma contro il progetto del governo di realizzazione del Ponte sullo Stretto: l’esposto – di cui il Corriere della Calabria ha preso visione – cita anche le risultanze di articoli di stampa e della trasmissione Report ed evidenzia anche il fatto che le richieste di ascesso agli atti presentate soprattutto da Bonelli , che è un parlamentare della Repubblica, non sono state esaudite. L’esposto ha dato vita all’apertura di un fascicolo di indagine della Procura di Roma, al momento senza indagati e senza ipotesi di reato.
Nell’esposto in primo luogo si rileva che «la società Stretto di Messina ed consorzio Eurolink hanno sottoscritto il 29 settembre 2023 un atto negoziale prodromico in base al quale il Contraente Generale ha predisposto, tra l’altro, la relazione di integrazione al progetto definitivo originario comprensiva del particolare riferimento alla compatibilità ambientale e alle ulteriori prescrizioni da sviluppare nel progetto». In particolare, si rimarca che «il decreto con cui è stato di fatto ripreso il progetto del Ponte sullo Stretto è stato convertito in legge e pubblicato sulla Gu il 30/05/2023, ma la Società Stretto di Messina SpA firma l’atto negoziale il 29 settembre, mentre l’annuncio della consegna della relazione sul progetto da parte del Consorzio Eurolink avveniva il 30 settembre 2023. In pratica – sostengono Bonelli, Schlein e Fratoianni – tra la sottoscrizione dell’atto negoziale e la consegna della relazione di aggiornamento del progetto, intercorrevano solo poche ore. Come è possibile, viene da chiedersi, che l’aggiornamento di un progetto di un’opera così imponente mai costruita al mondo sia stato realizzato in poche ore? La consegna della relazione avvenuta il 30 settembre 2023 veniva confermata anche da una nota stampa del gruppo Webuild. Come ribadito in precedenza, la società SdM SpA ha opposto più volte diniego alle richieste di fornire sia la relazione di aggiornamento al progetto, che l’atto negoziale succitati, nonostante un componente del comitato scientifico avesse pubblicamente affermato di aver reso pubblica la suddetta relazione».
L’esposto poi evidenzia: «… La trasmissione Report del 26 novembre, rivela che il leader della Lega il Ministro Matteo Salvini prima di varare il decreto Ponte, aveva incontrato l’ex ministro Pietro Lunardi e il costruttore Pietro Salini: il primo è l’ex componente del governo Berlusconi che da Ministro aveva seguito la gara per l’affidamento del progetto dell’opera, vinta dal consorzio Eurolink: il secondo è l’amministratore delegato dell’azienda, oggi Webuild prima Impregilo, che detiene oltre il 40 per cento di quote del consorzio Eurolink in questione e che grazie al decreto intravede la possibilità di realizzare il ponte, con il finanziamento pubblico anche attraverso la rinuncia al contenzioso contro il governo, dopo che l’esecutivo Monti aveva bloccato tutto. Il ministro Salvini ha parlato, al giornalista di Report Danilo Procaccianti, di “…incontri informali”. A confermare gli incontri avvenuti, anche molto prima della scrittura e poi dell’approvazione del decreto che rimette in piedi sia la vecchia Stretto di Messina SpA, sia i contratti caducati con la Eurolink, è una fonte intervistata da “Report” che dice: “In soccorso di Salvini è arrivato subito l’ex Ministro Pietro Lunardi. Lunardi fece chiamare me e altri ingegneri perfare una sorta di gruppo di lavoro. Abbiamo fatto una prima riunione al ministero addirittura prima che il governo Meloni giurasse. In quella riunione erano presenti Salvini, Lunardi e l’imprenditore Pietro Salini. Poi ci furono altre riunioni in cui era presente Lunardi e il consulente legale del consorzio che aveva vinto l’appalto nel 2005″. Questo ingegnere poi – è scritto nell’esposto – avrebbe abbandonato il gruppo di lavoro come racconta sempre a “Report”: “È successo quando abbiamo cominciato a vedere il decreto che resuscitava tutto e poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stata quando Salvini su indicazione di Lunardi ha chiamato Pietro Ciucci a guidare il tutto”, che poi intervistava lo stesso Lunardi nel suo studio: “Una conferma indiretta sul fatto che ci sia l’ex ministro Lunardi dietro l’operazione ponte ci arriva dal fatto che mentre aspettiamo Lunardi, dal suo studio vediamo uscire il professor Alberto Prestininzi, coordinatore del comitato tecnico nominato da Salvini che dovrà valutare il progetto del Ponte”. L’ex ministro Lunardi. sempre a “Report”, spiega: “Cose di famiglia, lui è amico di famiglia”. Lunardi ha smentito incontri avvenuti prima del decreto, ma Salvini risponde alle domande di “Report” confermava: “Ci sono stati incontri informali con l’ex ministro Lunardi finalizzati a un confronto sulla gestione dell’opera in passato, nonché rispetto allo scenario attuale”». Bonelli, Schlein e Fratoianni così commentano: «Insomma: Lunardi aveva fatto la vecchia gara, Salvini ha rimesso in piedi la gara vinta da Eurolink con Salini e chi dovrà valutare l’aggiornamento del progetto per la SdM SpA, prima che poi venga inviato al ministero dell’Ambiente per il via libera, è Alberto Prestininzi, un “amico di famiglia” di Lunardi».
Altro capitolo dell’esposto è quello relativo a quanto dichiarato dal presidente dell’Anac, Busia, in un’audizione congiunta delle Commissioni Trasporti e Ambente della Camera sul Decreto Ponte. «Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) – si legge nell’esposto – ha denunciato il grande regalo che lo Stato stava facendo ai privati. Così dal sito dell’Anac: “Busia ha messo in guardia governo e parlamento dal concedere eccessivi vantaggi giuridici ed economici al Contraente generale privato, senza aver definito prima il contenzioso passato, e ha chiesto che siano introdotti specifici obblighi in capo al Contraente generale, trasferendo i rischi connessi all’opera, evitando che rimangano in capo al pubblico. Inoltre il presidente Anac ha richiamato l’attenzione sul vincolo europeo (…) Col decreto è stato assegnato al privato un notevole potere contrattuale, che va bilanciato modificando il decreto in sede di conversione in legge. In caso contrario, basterà una semplice relazione del privato per determinare le modifiche e gli adeguamenti necessari al Ponte. È cioè il privato che decide gli adeguamenti necessari (e quindi i costi dell’opera), e non lo Stato. Sembrerebbe pertanto necessario che questa relazione sia predisposta dal Ministero, non dallo stesso soggetto contraente”. “Inoltre – aggiunge Busia – il decreto fa accettare al pubblico il progetto dei privati, senza chiedergli di rinunciare al contenzioso in corso con lo Stato, e non stabilisce obblighi in capo al Contraente generale sui tempi di realizzazione dell’opera, i costi, l’assunzione di tutti i rischi (…) Suggerisco in Parlamento di modificare questa parte, per non favorire eccessivamente un privato, che è già stato ampiamente posto in vantaggio dalla decisione di non fare la gara, accettando il vecchio progetto del 2011 di loro proprietà. (…) Attenzione, però, che la decisione di non fare la gara sta in piedi rispettando l vincoli europei solo se non si aumentano i costi oltre il 50% di quanto originariamente previsto. Altrimenti le decisioni del contraente privato potranno comportare oneri nuovi e sconosciuti per lo Stato. È lo stesso soggetto che detiene il progetto, che dice allo Stato cosa modificare, stabilendo quindi i costi io suggerisco al Parlamento di modificare questa parte. (…) Chiediamo, inoltre, di inserire nel decreto obblighi precisi in capo al Contraente generale, sui tempi di realizzazione, sui costi, sull’assunzione del rischio, e anche di controllare gli eventuali subappalti, così da evitare nocivi subappalti a cascata. Chiediamo, inoltre, che l’intero iter dell’opera sia trasparente e controllabile. (…) Se si vuole evitare la gara – dice sempre – occorre rispettare quanto previsto dall’articolo 72 della direttiva europea, che pone un limite invalicabile, e cioè che l’aumento dei costi non debba superare il 50%». Qui – secondo i presentatori dell’esposto – «si evidenza che nel Def, documento economico finanziario, presentato dal governo ad aprile 2023, il costo del Ponte è stato quantificato in 13,5 miliardi di euro più 1,1 miliardi di opere ferroviarie in capo a Rfi, mentre per quelle stradali, in capo ad Anas, non è stata fatta una quantificazione. Il contratto che fu firmato il 27 marzo 2006 tra la società Stretto di Messina Spa ed il Consorzio Eurolink era di 3,9 miliardi di euro. L’aumento del valore dei costi dell’opera è ampiamente al di sopra del 50% e tutto ciò è avvenuto senza gara».
Bonelli, Schlein e Fratoianni aggiungono nell’esposto: «Il rifiuto della Stretto di Messina SpA, che con il Decreto viene costituita quale società in house ai sensi dell’articolo 16 del decreto legislativo 19 agosto 2026, n.75, di consegnare al sottoscritto. Parlamentare della Repubblica, documenti espressamente previsti dal decreto, e quindi non atti endo-procedimentali e tantomeno riservati, impedisce di esercitare un diritto ed un’azione di controllo e verifica. La SdM SpA si è rifiutata di consegnare l’atto negoziale che consentirebbe di verificare in quanto tempo la società Webuild ha riaggiomato un progetto complesso, vecchio di 12 anni. Nella trasmissione Report del 26 novembre 2023 dall’intervista di esperti e professori universitari emergono seri dubbi che in poche settimane sia stato possibile aggiornare un progetto che dovrà realizzare ciò che non è mai stato realizzato nel mondo, ovvero un ponte a campata unica con ferrovia annessa lungo 3.333 mt. Visionare l’atto negoziale avrebbe consentito di verificare quando la società SdM SpA ha dato mandato al consorzio Eurolink, con capofila la società Webuild, di avviare l’aggiornamento del progetto che nel 2013, non aveva ricevuto la compatibilità ambientale. A supporto delle considerazioni sopra espresse, si evidenzia come il Comitato Scientifico della SdM SpA con decisione 1/2011 avesse trasmesso proprio parere sul Progetto definitivo al Consiglio di amministrazione raccomandando che in sede di progettazione esecutiva venisse dato adempimento ad una lunga serie di osservazioni richiamate nel documento di Attestazione di Validabilità del progetto definitivo emesso da Rina CheckS.r.l.: prove in galleria del vento; verifica della stabilità e delle rotaie; verifica delle parti metalliche. Ad oggi non risulta che queste prescrizioni siano state verificate e ottemperate. A tal proposito segnalo la Relazione dell’Ing. Antonino Risitano, già professore ordinario al Politecnico di Torino e poi dell’università di Catania, in merito delle criticità del Ponte sullo Stretto di Messina e in particolare sui limiti di resistenza, sicurezza e affidabilità delle funi». (a. cant.)
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