LAMEZIA TERME Da primo presidente della provincia a candidato a sindaco di Vibo Valentia. È la parabola di Enzo Romeo, la figura scelta dal fronte progressista per tentare di “strappare” dopo quindici anni il governo della città al centrodestra. Ospite di Telesuonano, il talk di Danilo Monteleone e Ugo Floro in onda su L’Altro Corriere TV, Romeo analizza il contesto politico vibonese tra la “confusione” del centrodestra e il rebus del centro. «L’ufficialità della mia candidatura in rappresentanza di un larghissimo fronte democratico e progressista, ha certamente accelerato i tempi della politica» ammette. Per lui cinque liste, al momento, a sostenerlo: Pd, M5S, i progressisti e due liste civiche. «Il centrosinistra aveva bisogno di questi tempi, non governiamo da 15 anni ed era giusto prenderci tempo per riorganizzarci».
«Chiaramente se Forza Italia e Fratelli d’Italia mantengono la posizione la candidata sarà la Limardo» prosegue Romeo. Tuttavia «io mi aspettavo che la sua candidatura arrivasse prima della mia, invece non trovano ancora la quadra». Un “rallentamento” che era stato subito anche dal fronte progressista, risolto nelle scorse settimane. «Di solito è il centrosinistra ad avere ritardi nella definizione della leadership, a Vibo oggi la situazione è opposta». C’è poi da chiarire la posizione del centro. «Di certo non sta a me farlo, ma storicamente il centro non ha avuto grande successo a Vibo» continua Romeo. «Questa volta però ci sono delle “entità” abbastanza consistenti, come l’ex consigliere regionale Vito Pitaro e il consigliere comunale Stefano Luciano».
Romeo ripercorre poi il suo periodo da presidente della provincia vibonese dal 1995 al 1999. «In quegli anni c’era un grandissimo entusiasmo, quell’amministrazione fece cose che la provincia di Catanzaro non aveva fatto in cinquant’anni» ricorda. «Siamo riusciti a fare cose strabilianti e rimane un ricordo piacevole non solo per me, ma anche per i cittadini che incontro e me ne danno adito». Il candidato del centrosinistra sottolinea soprattutto la «trasparenza che riuscivamo a garantire come amministrazione, a partire dai concorsi per le assunzioni semestrali».
Sulla città che Romeo spera di governare dal prossimo giugno: «Ha delle potenzialità enormi, ma non sono messe in luce né sono mai state valorizzate» dice il candidato. «Bisogna utilizzarle per creare delle attrazioni, cosa che non è stata fatta dal centrodestra ma che speriamo di farlo noi». A partire dallo sviluppo economico, centrale nel programma di Romeo e «che al momento non esiste». L’idea è quella di «rendere la città accogliente, senza il bisogno di grandi opere ma di una manutenzione ordinaria e di un aspetto piacevole e curato». Potenzialità che si legano indubbiamente alla Costa degli Dei «invidiabile non solo dal punto di vista naturalistico, ma anche dal punto di vista delle strutture». Romeo evidenzia il problema della poca attrattività per i turisti che arrivano nelle zone limitrofe ma che «non vengono a Vibo, ripetendo che in città non c’è nulla. Questa è una cosa che a me dispiace e che umilia come cittadino vibonese».
Sviluppo economico, turismo e soprattutto legalità saranno i temi dell’ormai imminente campagna elettorale. «Sono ovviamente felice del lavoro della magistratura degli ultimi anni. Io e la mia coalizione non possiamo fare altro che dare un plausio a questo tipo di operazioni» commenta Romeo, specificando però che «la provincia di Vibo non è mafia, ma è fatta da persone meravigliose, splendide e oneste». Ma per combattere la criminalità organizzata, dice il candidato del centrosinistra, non è sufficiente il lavoro della magistratura ma «serve creare e aumentare l’economia del posto, in modo che le cosche abbiamo meno forza, minore capacità di manovalanza e minore possibilità di inserirsi nel tessuto sociale». Serve però una netta opposizione da parte della politica. «Da me e dalla mia coalizione è senza dubbio un no deciso alle mafie».(redazione@corrierecal.it)
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