NAPOLI Nella sua diretta social del venerdì il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca torna sulla questione della capacità di spesa e dell’utilizzo dei fondi, dopo le critiche fatte ieri dalla premier Meloni a Porta a Porta. E rivolge una stoccata al Governo in merito ai dati sul Pnrr, con la spesa rendicontata di alcuni ministeri a percentuali di una sola cifra, “eccezionale il ministero della cultura con ben il 3,40 per cento”. La “sgangherata performance del presidente del Consiglio si basava su ‘avete miliardi a disposizione non spesi e chiedete altri soldi’. Non ha capito, onorevole Meloni. A parte che chi spende sono per l’80-90 per cento i comuni, cui si aggiungono grandi aziende pubbliche come Anas e Fs che rendicontano autonomamente, per il 2014-2020 sui fondi di sviluppo e coesione i nostri impegni di spesa sono all’86,94%, i pagamenti al 50,67%, il costo realizzato quasi il 60 per cento. La Calabria è una regione sorella, siamo felici che venerdì scorso abbia firmato l’accordo per i fondi di coesione pur avendo dati su pagamenti e impegni di spesa inferiori ai nostri. Tutta questa manfrina sui dati è solo una finzione, dimostra che è in atto un attacco politico discriminatorio verso qualcuno”. De Luca ripete che in assenza dei nuovi fondi di sviluppo e coesione “sono a rischio 12mila posti nel comparto spettacolo e audiovisivo, che non può fare programmazione. E 200 Comuni rischiano il dissesto se la Regione non copre con risorse proprie le opere non completate entro il dicembre scorso. Senza quei fondi non si possono fare le strade, gli interventi nei Campi Flegrei, quelli per i beni culturali”. (Ansa)
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