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politica agricola comune

«Meno burocrazia». Le richieste di Confagricoltura all’Ue

Il presidente Giansanti anticipa a MilanoFinanza i punti che saranno presentati il 26 a Bruxelles

Pubblicato il: 24/02/2024 – 16:50
«Meno burocrazia». Le richieste di Confagricoltura all’Ue

A Bruxelles con un documento con tutte le richieste degli agricoltori italiani. Ben 57 pagine, con 10 punti base, che Confagricoltura presenterà sul tavolo del Consiglio Agricoltura e pesca (Agrifish) in programma lunedì 26 febbraio a Bruxelles.
«Affermiamo da tempo che la politica agricola comune è scritta male, alla presidente della Commissione Ue Ursula von Der Leyen avevamo già detto che le misure di condizionalità erano completamente sbagliate. Gli agricoltori oggi chiedono un profondo cambiamento, di essere messi in condizione di produrre di più e meglio e una una drastica semplificazione degli adempimenti burocratici imposti dalla Pac». Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, che in un’intervista a MF-Milano Finanza a firma Giusy Iorlano e Angelo Ciardullo anticipa, a margine dell’evento Forum in Masseria – Winter Edition di Saturnia, quelli che saranno i punti che verranno presentati a Bruxelles.

Taglio dell’Irpef per essere competitivi

«Partiamo da un documento di 57 pagine con al centro la rivisitazione completa della politica comune, il tema della fiscalità e della finanza: le nostre imprese vengono da un periodo lunghissimo di difficoltà, legato prima alla pandemia da Covid-19 poi alle tensioni geopolitiche dovute alla guerra in Ucraina prima e a quella in Medio Oriente dopo. Abbiamo bisogno di strumenti normativi europei la possibilità di poter fare delle moratorie sui debiti bancari, maggiore semplificazione amministrativa, alleggerimento degli oneri e dei carichi legati al costo del denaro, potrebbero liberare più risorse per i nostri imprenditori».
Sul taglio dell’Irpef agricola per i redditi fino a 10 mila euro e lo sconto del 50% per quelli fino a 15 mila, Giansanti si dice soddisfatto: «Avevamo chiesto che venisse innalzata ed è stato fatto con una formulazione che ci soddisfa. Dispiace vedere che la norma sia stata interpretata come un modello per non pagare le tasse quando in realtà serve per dare agli agricoltori ulteriori elementi di competitività. Ora però bisognerà trovare ulteriori soluzioni per far sì che le imprese agricole italiane siano sempre più competitive attraverso un piano quinquennale straordinario per l’agricoltura italiana». 

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